Sarà pur vero che iCloud rappresenta un’umiliazione per Redmond, fatto sta che secondo alcune indiscrezioni affiorate nei giorni scorsi sulla Rete, i servizi On the Cloud che Apple intende offrire ai propri utenti girerebbero su piattaforme Microsoft Azure e Amazon AWSgvi. E qualcuno giustamente già si chiede a cosa serva il mitologico Data Center costruito nella Carolina del Nord.
Qualunque cosa bolla in pentola a Cupertino, gli accordi presi con Amazon e Microsoft prevedono esplicitamente vincoli stringenti di segretezza, il che in altre parole significa che non ne sapremo di più per lungo tempo. E’ possibile che Apple stia accaparrandosi risorse in ridondanza così da ridurre al minimo eventuali problemi; un modo, per intenderci, di evitare quanto è già stato visto col tribolato lancio di Mobile Me nel 2008. Al tempo, il team impegnato nel progetto si guadagnò gli improperi di Steve Jobs, e l’accusa di aver rovinato la reputazione di Apple. Questa volta, invece, non ci saranno intoppi poiché tutto, a dire dell’ex iCEO, “semplicemente funzionerà.”
Pare insomma che “le tubature interne” di iCloud siano state consegnate in outsourcing ai due competitor per la semplice ragione che il core business della mela sta nel “costruire eccellenti esperienze utente” e non diventare essa stessa un cloud provider. La scelta di avvalersi di due fornitori, in luogo di un singolo riferimento , è stata invece mossa dalla necessità di aizzarli l’un l’altro nella guerra “all’affidabilità, alle nuove funzionalità, alla sicurezza e ai prezzi” con in più il pregio di non diventare “ostaggi” dell’uno o dell’altro.
A questo punto, e correttamente, BusinessInsider si domanda a cosa serva allora l’immenso Data Center costruito a Maiden, e propone tre possibilità:
- Il salvataggio effettivo dei dati di iCloud avviene nei server Apple, mentre quelli Amazon e Microsoft servono come backup o per limitate funzionalità. Forse, per aumentare stabilità e velocità del servizio.
- Apple sta affidandosi a provider terzi in attesa di affinare le proprie competenze in materia di storage Cloud; una volta raggiunto un grado di stabilità sufficiente, chiuderebbe infine il rubinetto dell’outsourcing.
- Il data center è finto e serve per intimidire i competitor. Fantascienza? Probabilmente, ma andatelo a dire a Robert Cringely, secondo cui l’immensa costruzione voluta da Cupertino è irrimediabilmente sovradimensionata anche se servisse per offrire in streaming on-demand ogni canzone e ogni film mai creati al mondo.
Certo che dev’essere una bella soddisfazione per Amazon e Microsoft essere in qualche modo responsabili del funzionamento di iOS 5 ed iCloud. Ma d’altro canto, quale che sia la verità, l’unica certezza è che non la conosceremo per un bel pezzo. Questo è poco ma sicuro.