Apple cerca accordi con le emittenti televisive per la iTV

Alcuni dirigenti Apple, tra i quali Eddy Cue, il padre di iCloud, avrebbero illustrato alle maggiori emittenti televisive la visione di Cupertino per il futuro della televisione
Apple cerca accordi con le emittenti televisive per la iTV
Alcuni dirigenti Apple, tra i quali Eddy Cue, il padre di iCloud, avrebbero illustrato alle maggiori emittenti televisive la visione di Cupertino per il futuro della televisione


In questi giorni abbiamo parlato diverse volte dell’applicazione di FilmOn per la visualizzazione in streaming delle principali canali televisivi europei, sottolineando i problemi che può avere un tale servizio se non si stringono opportuni accordi con le varie emittenti televisive.

Dopo le ripetute indiscrezioni sulla tecnologia alla base dell’atteso televisore Apple, arrivano indiscrezioni sulla fase più delicata che Cupertino deve affrontare per il lancio della cosiddetta iTV, ovvero gli accordi con le principali emittenti televisive del mondo.

L’autorevole Wall Street Journal sostiene che alcuni dirigenti Apple, tra i quali Eddy Cue, il padre di iCloud, avrebbero illustrato alle maggiori emittenti televisive la visione di Cupertino per il futuro della televisione, che permetterà di riconoscere il pubblico che sta assistendo ad un programma, grazie ai servizi offerti sugli smartphone, sui tablet e sui televisori Apple.

In Italia il sistema Auditel è da tempo sotto accusa per per le modalità con cui viene rilevata l’audience dei telespettatori, al punto che recentemente è stata multata per 1.8 milioni di euro per aver avvantaggiato Rai e Mediaset, suoi azionisti di maggioranza.

Quello che Apple cerca di fare invece è esportare il collaudato sistema di iTunes, che ha rivoluzione il modo di distribuire musica, video, libri, riviste e giornali su internet, in modo legale e profittevole, anche al mondo della televisione, offrendo alle emittenti televisive una soluzione tecnologicamente affidabile e sicura per tracciare correttamente gli ascolti, innescando un meccanismo virtuoso che ci porterà alla cosiddetta TV 2.0.

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