“Ogni persona attenta all’alimentazione sta attentissima al valore della provenienza – l’integrità del cibo, la cura e l’arte nella sua realizzazione. Quanto deve passare prima che questa preoccupazione da classe media su qualità, tracciabilità e bontà delle cose che compriamo si estenda alla tecnologia?”
Fa sicuramente riflettere l’apertura del post che il Guardian ha dedicato alla storia raccontata dallo Shanghai Evening Post, che ha mandato a lavorare sotto copertura in Foxconn durante la produzione di iPhone 5 il giornalista Wang Yu. Dieci giorni passati nell’impianto, sette dei quali in apprendistato e tre nei turni della catena di produzione: solo uno dei tanti operai reclutati da Foxconn da marzo, 20.000, per produrre le quantità di iPhone 5 richieste da Apple. Turni da dieci ore a 27 yuan (circa 3,3€) per le due ore di straordinario. Ma ecco come Yu racconta la sua esperienza (tradotto da micgadget.com):
“Un pannello posteriore di iPhone 5 arriva davanti a me ogni circa 3 secondi. Devo prendere il pannello e marcare 4 punti usando la penna in mio possesso e metterlo di nuovo sulla catena, rapidamente in 3 secondi senza errori. Dopo aver ripetuto l’azione per diverse ore, mi fa terribilmente male il collo e ho dolore ai muscoli del braccio. Un nuovo operaio di fronte a me era esausto e si è riposato per un attimo. Il supervisore l’ha visto e l’ha punito mettendolo in un angolo per 10 minuti come a scuola. Lavoravamo non-stop da mezzanotte alle 6 del mattino ma ci chiedevano ancora di lavorare perché la linea produttiva è basata sulla catena e a nessuno è permesso di fermarsi. Ho fame e sono stanchissimo.”
Continua dopo il break.
Secondo Yu, i dormitori puzzavano di sudore e immondizia, con la presenza di scarafaggi nei guardaroba e letti sporchi. Anche i luoghi di svago come palestra, biblioteca e campo da gioco sarebbero chiusi o non in grado di gestire il numero di operai presenti, compresa l’infermeria. Una volta dentro l’area produttiva, ecco cosa succedeva:
“Sentivo un gran rumore di macchinari e una gran puzza di plastica. Il nostro supervisore ci avvisò: ‘Una volta seduti, fate solo quello che vi dicono di fare’. Il supervisore ci ha presentato il retro di iPhone 5 e mostrandolo ci ha detto: ‘Questo è il pannello posteriore del nuovo iPhone 5, dovreste essere onorati di avere la chance di produrlo’.”
Come ricordato dal Guardian, e detto più volte anche da noi di Melablog, il problema è ben lontano dal riguardare solo Apple: Foxconn produce infatti una larghissima parte dei dispositivi delle varie aziende tecnologiche presenti nel mondo, tra le quali HP, Sony-Ericsson, Amazon e Dell. Cosa possiamo fare noi consumatori? Stare attenti ai telefoni e ai tablet che compriamo così come il cibo, come detto a inizio post: un’attenzione ben lontana dalla maggior parte di noi.