Dal punto di vista dell’utente, non differisce molto dalla procedura non ufficiale pubblicata dal contestato Nate True, solo che questa volta il cosiddetto jailbreak nasce sotto la benedizione di iPhone Dev Team ed Elite team.
Il nuovo metodo proposto richiede che sull’iPhone sia installato il firmware 1.1.2, già sbloccato e funzionante. La differenza rispetto al metodo citato sopra è che tutta la procedura avviene sul telefono stesso ed è indipendente dalla piattaforma utilizzata.
Poiché non viene toccata la parte che si occupa della telefonia vera e propria, le funzionalità di geolocalizzazione potrebbero non funzionare alla fine dell’aggiornamento. Si raccomanda come sempre la massima cautela perché anche questo metodo sembra soffrire di diversi difetti e problemi di installazione vari, quindi è sconsigliabile ai neofiti e ai “deboli” di cuore. Per chi fosse curioso, una guida dettagliata e ricca di immagini è disponibile a questo indirizzo.
Ricordo che lo sblocco ed il jailbreak del proprio iPhone sono procedure rischiose, non riconosciute da Apple e, per questo motivo, invalidano la garanzia.