Apple in questi giorni è impegnata a far valere le proprie ragioni nei confronti della SUISA, l’equivalente d’oltralpe della nostra SIAE, che finora le ha imposto quello che costituisce, a casa nostra, il ben noto e controverso equo compenso.
La normativa svizzera andrebbe ad interessare, nella pratica, tutti i dispositivi musicali basati su memorie allo stato solido venduti sul suolo elvetico. Il contributo richiesto sarebbe poi variabile in base alla capacità dell’oggetto in questione.
A Cupertino vorrebbero metter fine alla questione, visto che lo scenario degli aumenti sul prezzo di iPod si sarebbe attestato su valori dai 42 ai 153 franchi svizzeri (dai 25 ai 90 €). Apple ha fatto sapere di non aver mai scaricato questi costi sui propri clienti. Tuttavia la Mela sta tentando di farsi dispensare da questo dazio, almeno sulle vendite concluse sullo store online.
La strategia di Cupertino è far comprendere alle autorità svizzere che i prodotti dello store vengono acquistati, in realtà, in Irlanda e, da lì, trasportati nelle case dei propri clienti.
Con l’introduzione di iPhone sul territorio svizzero, a Cupertino probabilmente sono preoccupati che lo smartphone venga classificato come player e, come tale, finisca per doversi caricare di fastidiosi sovrapprezzi.
[Via iPodNN]