Adobe (casa non solo di Photoshop, ma anche dei prodotti ex-Macromedia) ha annunciato di non voler convertire le versioni attuali delle sue applicazioni al linguaggio Universal, nativo sia sui Mac PPC che sui Mac Intel. Questo significa che chi vuole usare prodotti come Adobe Creative Suite 2, Studio 8 o Acrobat 7.0 Professional sui Mactel, potrà farlo solo ed esclusivamente in Rosetta, con un calo delle performance.
In ogni caso è confermato l’impegno a scrivere direttamente in linguaggio nativo tutte le versioni future di queste applicazioni. Adobe non dichiara quasi mai una data precisa per il lancio delle nuove versioni, ma in media se ne vede una ogni 18-24 mesi. Adobe Creative Suite 2.0 è nata ad aprile 2005, quindi la 3.0 per Mactel dovrebbe arrivare entro aprile 2007. Addirittura la versione attuale di Flash risale solo ad agosto 2005…
Secondo Adobe questa scelta si è imposta perché la loro routine di sviluppo verifica la stabilità delle applicazioni per tutte le fasi di creazione del programma. Convertire direttamente le applicazioni attuali ad x86 non permetterebbe di verificarne costruttivamente l’affidabilità. In fondo la strategia usata è praticamente identica a quella sfruttata nel passaggio da Mac Os 9 a Mac Os X.
Inoltre, per quanto Adobe ammetta che Rosetta possa aiutare i clienti attuali, usando la maggior parte delle funzioni, non fornirà un supporto avanzato, e non testerà approfonditamente questo ambiente.
Invece è stata confermata la distribuzione in tempi brevi della versione Universal dell’avversario di Aperture, Lightroom. Questa la dichiarazione di Adobe in merito: “Poichè questo software è ancora in beta, abbiamo avuto maggiori libertà nel ridistribuirlo velocemente senza una fase di test troppo lunga. Incoraggiamo i nostri clienti a provare questa beta, per avere un’idea della performance che si possono aspettare dalle versioni Universal dei futuri prodotti Adobe”.