Uno dei grandi vantaggi di un negozio su internet rispetto a canali di vendita più tradizionali è sicuramente il fatto che lo store online è (almeno virtualmente) aperto ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, ogni giorno dell’anno. A Natale, a Pasqua, in ogni momento della giornata con un negozio di e-commerce ci si può connettere ed effettuare un acquisto, risorse finanziarie permettendo.
Eppure non è per tutti così.
Come giustamente nota Rob Griffiths in un “Editors’Notes” per Macworld, esiste uno store online che presenta dei momenti di non disponibilità quando il suo catalogo si aggiorna con nuovi prodotti: stiamo parlando ovviamente dell’Apple Store.
Apple in questo è la classica eccezione alla regola.
Immaginiamo cosa accadrebbe se Amazon andasse off-line per due ore ogni volta che un prodotto esistente venisse aggiornato con uno nuovo. Stesso vale per Dell, Hp e così via.
Eppure Apple si comporta proprio così: non ultimo martedì scorso, in occasione dell’aggiornamento sulle caratteristiche dei Macbook in vendita nel suo store, il nogozio online della mela è rimasto off-line per circa due ore, con il classico post-it “we’ll back soon” e le bandierine dei vari Apple store con i numeri telefonici.
Personalmente, e in questo concordo con Griffiths, questa politica Apple, che va contro il principio “sempre online” tipico dell’e-commerce, piace molto, e spero francamente che non cambi.
Ma la domanda vera è: ma perché un negozio chiuso è una buona cosa?
Probabilmente aiuta ad aumentare l’attesa e l’eccitazione verso nuovi annunci di prodotto, cosa in cui Steve Jobs è un vero maestro. Apple da sempre non rilascia informazioni di alcun tipo relativamente a tempi e dettagli di nuovi prodotti, sia hardware che software (eccezion fatta per AppleTv e iPhone), così quando lo store chiude inizia il classico “tam-tam” tipico della rete con ricerca di informazioni e scommesse su cosa Apple presenterà da lì a breve.
Un nuovo portatile, un sub-notebook, un Mactablet, un palmare, un iMac ridisegnato e chi più ne ha più ne metta…
Ed ecco che accade l’incredibile; il sito internet dell’Apple Store chiuso per un’ora non è una notizia negativa (“l’Apple Store è rimasto chiuso, non raggiungibile per alcune ore oggi pomeriggio”) ma esattamente l’opposto: un evento che aiuta Apple a costruire e mantenere alta l’attesa e l’eccitazione verso nuovi prodotti.
Certo, non sempre il risultato è al livello delle attese; martedì a fronte di due ore di chiusura e di un’attesa condita da svariati rumors relativi a nuovi modelli e configurazioni di notebook abbiamo avuto solo un modesto aggiornamento delle caratteristiche dei Macbook, ma quando lo store riapre c’è un palpabile senso di eccitazione mentre si cerca di capire quali sono le novità presentate, e poi si inizia a commentare con amici e colleghi (se si hanno colleghi appassionati della mela…).
“Sono pochi minuti di esplorazione ed interesse per spezzare la routine del giorno” come sostiene appunto Griffiths.
Francamente credo che Apple potrebbe tranquillamente aggiornare il proprio catalogo senza avere la necessità di mandare off-line il suo store, anche se questo comporterebbe forse un aumento in termini di risorse umane, hardware e software. Non credo però ce ne sia il bisogno, anche perché difficilmente un utente che ha deciso un acquisto Apple cambia idea per un’ora di attesa; potrebbe rivolgersi ad un canale di vendita diverso dall’Apple Store, ma di certo non si orienterebbe su un prodotto differente (ad es. un portatile HP o Lenovo invece di un Macbook) solo perche l’Apple Store è in aggiornamento.
Dato il positivo interesse ed attesa che la chiusura dell’Apple Store provoca, ed il minimo impatto che questo disservizio crea su clienti reali e potenziali di Apple, c’è da giurare che Steve Jobs non cambierà questa pratica. Così come è certo che in molti sono già in attesa per la comparsa del prossimo post-it giallo…