Ad aprile 2011, un manipolo di agguerriti genitori fece causa ad Apple per le modalità lassiste con cui gestisce gli acquisti In-App sui giochi freemium. Oggi è arrivato l’accordo extra-giudiziale, e contestualmente pioveranno rimborsi per milioni di utenti.
Lo raccontava il nostro Ruthven un paio d’anno or sono:
I problemi sono cominciati per la famiglia Meguerian quando la loro figlia di 9 anni ha scaricato dall’App Store i giochi gratuiti Zombie Cafe, Treasure Story e City Story. Poco dopo, la ragazzina ha iniziato a comprare denaro virtuale per i giochi, usando un’opzione dall’interno delle applicazioni. I genitori non si sono accorti subito che la figlia stesse spendendo soldi giocando e la spesa finale è ammontata a 200$ (circa 140€).
L’offerta formulata da Apple alla famiglia Meguerian -e a tutti quelli che lamenteranno un problema simile- prevede un rimborso del credito iTunes solo e soltanto se “dimostreranno che è stato il minore a comprare ‘la moneta di gioco’ e che a quest’ultimo non era stata fornita la password Apple.” Nei prossimi giorni, quindi, da Cupertino partirà una mail indirizzata a circa 23 milioni di account iTunes potenzialmente interessati alla faccenda, anche se ovviamente si tratta di utenti residenti negli USA.
In ogni caso, si tratta d’una debolezza architetturale non più vigente. Già a partire da iOS 4.3, infatti, e proprio proprio a causa di preoccupazioni simili, Apple ha iniziato a richiedere una password anche per gli addebiti In-App; e oggi, con le ultime versioni del suo OS mobile, si possono disattivare tout court. Tutto sommato, le è andata anche bene.