Si stringe la morsa sui contenuti editoriali pubblicati su iPad. Con il rinnovamento dei termini e delle condizioni dell’In-App Subscription, tutti i periodici e le riviste presenti sul tablet di Cupertino saranno tenuti a prevedere insindacabilmente un’opzione di acquisto In-App entro il 31 marzo prossimo. Pena, la rimozione coatta dallo store.
Non sarà l’unica modalità di acquisto possibile, ma dovrà comunque essere contemplata: questa è la ratio. Quindi tutte quelle app che reindirizzavano su Safari per effettuare l’acquisto su siti esterni e piattaforme di tariffazione proprietarie (Kindle per iOS, The Economist, The Wall Street Journal e il National Geographic, per citarne alcuni) dovranno presto rivedere le condizioni di vendita ed iniziare ad offrire almeno un’opzione d’acquisto all’interno dell’app stessa. Una posizione piuttosto spinosa, che costringerà colossi come Amazon ad una drastica scelta, vale a dire tagliare i ponti con l’ecosistema iOS oppure pagare il pedaggio ad Apple col 30% delle entrate derivanti da iPhone, iPod touch ed iPad.
Ma il vero problema non sarebbe neppure questo. Ciò che preoccupa realmente gli editori è la perdita di contatto col lettore, visto che tutte le informazioni sugli acquirenti restano gelosamente in mano ad Apple. C’è da dire che la nuova policy permette specificamente di richiedere all’utente se desidera condividere i propri dati con l’editore o meno, ma il timore è che ben pochi accetteranno, soprattutto senza un adeguato incentivo o magari un bello sconto.
Per ora tutto tace, e nessuno si sbilancia con commenti ufficiali o ufficiosi. Di certo c’è un meeting degli editori a Londra il 17 febbraio prossimo per discutere i cambiamenti in atto ed elaborare eventuali contromosse, il tutto condito da una diffusa (e giustificata) sensazione di tradimento:
Alcune [società] si sentono ingannate. Promuovendo le proprie app, hanno pubblicizzato il dispositivo. Gli editori hanno infatti aiutato iPad a raggiungere il successo di cui gode sul mercato.
Si tratta di una bella gatta da pelare che potrebbe nascondere diversi colpi di scena. Non esserci su iPad è un nonsenso tecnologico e un’assurdità dal punto di vista commerciale, ma se tutti gli editori dovessero fare quadrato, anche Apple avrebbe qualche problema. Un iPad senza contenuti, dopotutto, non serve poi a molto.