Stando all’ultimo report del The Information, tre anni fa circa Apple avrebbe preso in considerazione l’idea di rendere Siri ancora più versatile. Più precisamente, se la feature fosse andata in porto, gli utenti avrebbero potuto utilizzare l’assistente vocale anche per fare acquisti tramite app e servizi. Alla fine non se ne è fatto più nulla per via delle rigide regole sulle privacy.
Alcune funzionalità esplorate da Apple non vedono mai la luce a causa delle restrizioni sulla privacy. Nel 2019, i dipendenti dell’azienda hanno lavorato all’idea di consentire acquisti tramite Siri, utilizzando un comando vocale, in modo simile a come consentito da altre società, come Amazon e il suo Alexa. Il progetto si è arenato per via delle rigide regole sulla privacy che impediscono a Siri di associare un Apple ID di un utente alla sua richiesta vocale. Il team di Apple che lavorava al progetta non è riuscito a trovare un modo alternativo per un’autenticazione affidabile, ha rivelato la fonte.
Il quadro che emerge dalle testimonianze raccolte dal The Information non è particolarmente roseo. Certo, c’è la “differential privacy” – mostrata da Craig Federighi durante la WWDC 2016 e utile per apprendere informazioni sulla community senza però violare la privacy del singolo individuo – ma gli ingegneri Apple pare stiano riscontrando problemi con la politica dell’azienda circa la privacy, sentendosi vincolati da ciò che possono e non possono fare.
Nonostante gli sforzi, gli ex dipendenti Apple hanno affermato che la privacy differenziale e gli altri tentativi di aggirare le restrizioni sui dati dei clienti hanno avuto risultati limitati o contrastanti. Per i nuovi dipendenti è difficile adattarsi alle rigide normative sulla privacy imposte da Apple, dettate direttamente dal CEO Tim Cook e dagli altri dirigenti senior.
Difficilmente Apple cambierà idea a riguardo, ma voi vorreste poter concludere acquisti con semplici comandi vocali?