“Gli impianti sono di prima classe e le condizioni fisiche sono molto migliori rispetto alla norma. Entrando alla Foxconn, sono rimasto molto sorpreso nel notare quanto tranquilla fosse l’azienda, paragonata ad una fabbrica di indumenti.”
Le parole pronunciate dal presidente della Fair Labor Association (FLA), Auret van Heerden, sembrano smentire tutte le notizie dei mesi scorsi filtrate dalle fabbriche Foxconn (qui e qui due nostri post, mentre il video della PBS che trovate qui sopra cerca di capire l’importanza che possono avere le ispezioni della FLA per i lavoratori cinesi).
Tutto bene, quindi? Neanche per sogno. Queste sono solo impressioni del capo della FLA, che dovranno essere supportate da fatti concreti, come le numerosissime interviste che verranno realizzate con gli operai Foxconn, che risponderanno, in forma anonima, ad alcune domande:
– Come sono stati assunti?
– È stato offerto loro un contratto? Lo hanno firmato? Lo hanno compreso?
– Quali sono le condizioni dei dormitori e delle mense?
– Le loro rimostranze sono prese in considerazione?
– Qual è il livello di benessere emotivo?
Quest’ultima domanda potrebbe sembrare secondaria, ma come ricorda lo stesso presidente della FLA,
“I problemi non derivano dall’intensità, dal sovraccarico e dalla pressione che si trovano in una fabbrica di indumenti, ma dalla monotonia e forse dall’alienazione. Molte persone che lavorano in aziende cinesi provengono da aree agricole, e spesso hanno lasciato per la prima volta la propria famiglia. Spesso hanno bisogno di qualche tipo di supporto emotivo, e non lo ottengono, perché le aziende, in un primo momento, non si rendono conto che i lavoratori hanno bisogno di questo tipo di supporto.”