L’accordo era stato annunciato a ottobre 2020, e ora dà ufficialmente i suoi frutti. AMD ha perfezionato l’acquisizione di Xilinx, una importante società di semiconduttori. L’esborso è pari a 35 miliardi di dollari e la transazione verrà completata entro la giornata di oggi, 14 febbraio 2022.
A differenza di altre società simili che sfornano CPU e GPU, Xilinx produce semiconduttori programmabili. Questo tipo di chip permetterebbe a AMD di differenziare il proprio catalogo e di espandersi in nuovi mercati perché i componenti creati dalla fusione tra le due società sono fondamentali per i datacenter, e rendono l’offerta di AMD più completa e appetibile per i grandi clienti.
Xilinx è balzata agli onori della cronaca per aver “inventato il primo FPGA messo in commercio ed è una delle aziende leader nella manifattura di questo dispositivo logico” spiega Wikipedia. “Inoltre è la prima azienda (in termini di importanza economica) di semiconduttori con il modello fabless manufacturing, ovvero un modello di produzione in cui l’azienda si concentra solo sulla progettazione e vendita del prodotto appaltando a terzi la produzione dello stesso.” In pratica, il cosiddetto modello di business fabless cioè privo di impianti di produzione.
Ma c’è un’altra ragione. L’acquisizione permetterà a AMD di competere meglio con la sua più grande rivale, vale a dire Intel che ha acquisito Altera -l’omologa di Xilinx nel comparto FPGA- nel 2015.
Fondata nel 1984 da Ross Freeman e Bernie Vonderschmitt, l’azienda ha la sua sede principale a San Jose, in California, ed è quotata in Borsa. Ora orbita in AMD, ma l’acquisizione era tutt’altro che scontata, soprattutto alla luce della tentata (e fallita) acquisizione di ARM da parte di Nvidia per 40 miliardi di dollari.