Un po’ per la crisi dei componenti e un po’ spingere le vendite dei modelli di punta, Apple sta pensando di infilare i vecchi display da 60Hz su tutte la varianti di iPhone 16 che non siano Pro. Risultato? Molti Android economici avranno schermi migliori. Apple stavolta potrebbe tirare troppo la corda.
Stando a quel che riporta un affidabile analista, Apple avrebbe deciso di limitare gli schermi ad alta frequenza di aggiornamento solo ai modelli di iPhone Pro. Questa scelta deluderà coloro che pensavano di acquistare il modello base perché si ritroveranno con uno schermo standard a 60Hz.
La doccia fredda è arrivata da Ross Young, esperto e noto analista del settore display. In un recente tweet ha confermato che Cupertino estenderà i pannelli a 120Hz su tutta la gamma degli iPhone solo a partire dal 2025. In soldoni, se vuoi un iPhone più economico con uno schermo a 120Hz dovrai aspettare almeno iPhone 17.
120Hz vs. 60Hz
Il display è uno degli elementi fondamentali nelle esperienze d’uso degli smartphone. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un aumento delle frequenze di aggiornamento dei display degli smartphone, con una tendenza a passare dai tradizionali 60Hz a 120Hz. Ma perché questo cambiamento è così importante e quali vantaggi porta con sé?
Prima di tutto, bisogna capire cosa sia la frequenza di aggiornamento di un display. La frequenza di aggiornamento indica il numero di volte in cui il display aggiorna l’immagine mostrata al secondo. Un display a 60Hz, ad esempio, aggiorna l’immagine 60 volte al secondo, mentre un display a 120Hz lo fa 120 volte al secondo.
Il vantaggio principale di un display a 120Hz rispetto a uno a 60Hz è la maggiore fluidità nell’esperienza d’uso. Con una frequenza di aggiornamento maggiore, le animazioni e le transizioni tra le schermate appaiono più fluide e veloci, dando l’impressione di un’esperienza più reattiva e dinamica. Inoltre, un display a 120Hz riduce il cosiddetto “effetto ghosting”, ovvero la persistenza delle immagini precedenti sullo schermo quando si verifica un rapido movimento delle immagini stesse.
Ma perché il display a 120Hz è tecnicamente superiore a quello a 60Hz? Innanzitutto, un display a 120Hz richiede una maggiore potenza di elaborazione rispetto a uno a 60Hz, il che significa che il processore e la GPU del dispositivo devono essere in grado di gestire un maggior numero di frame al secondo. Questo può comportare un aumento del consumo energetico, ma i produttori stanno cercando di mitigare questo problema con l’utilizzo di tecnologie come l’adattamento dinamico della frequenza di aggiornamento, che consente di passare automaticamente da 120Hz a 10Hz a seconda delle esigenze dell’utente e del contenuto visualizzato. Apple chiama questa tecnologia ProMotion.
Inoltre, un display a 120Hz richiede un pannello di maggior qualità rispetto a quello a 60Hz. Ciò significa che i produttori devono investire di più nella produzione di questi display, il che può comportare un aumento del costo del dispositivo. Tuttavia, questo investimento è certamente giustificato dalla qualità finale che si ottiene e dall’esperienza d’uso più fluida.
Alcuni produttori di smartphone, come Samsung e OnePlus, hanno già implementato display a 120Hz sui loro dispositivi di punta, mentre altri hanno scelto di utilizzare un tasso di aggiornamento intermedio, come 90Hz. Ovviamente, la scelta del tasso di aggiornamento dipende anche dalle esigenze dell’utente e dal tipo di contenuto visualizzato: ad esempio, un tasso di aggiornamento maggiore sarà più utile per i giochi e le applicazioni graficamente intense, mentre potrebbe non avere un grande impatto sulla visualizzazione di testo o immagini statiche.
Cosa Accadrà agli utenti Apple?
Tenere sulla graticola gli utenti fino al 2025 per avere un display da 120Hz sui modelli base non è il massimo per l’utenza, e rischia di trasformarsi in un boomerang per Apple. Altri brand come Samsung, OnePlus, OPPO, vivo e Xiaomi offrono da tempo schermi ad alta frequenza di aggiornamento sui loro telefoni di punta. Ma a differenza della mela, commercializzano anche molti telefoni Android sotto i 500€ con schermi OLED a 90Hz o 120Hz, tipo il Motorola Moto G72, la linea Redmi Note 12 e il Samsung Galaxy A54.
La strategia oramai è conclamata: infilare tutte le feature più interessanti sui Pro e trascurare scientemente i modelli base e Plus. Così da spingere l’utenza verso i modelli più costosi, ma anche gli unici che giustifichino un esborso così sostanzioso.
Fino ad oggi ha funzionato. Ma qual è il limiti fisiologico del portafoglio degli utenti? Fino a che punto sono disposti a pagare per avere l’ultima novità? In altre prole, quand’è che il giochino si rompe e i clienti decidono di tenere più a lungo il vecchio iPhone o si rivolgono al sempre più fiorente mercato dei ricondizionati? Qualcuno, di fronte all’ennesimo mezzo aggiornamento farlocco potrebbe iniziare a storcere il naso.