Riprendiamo la storia di Rovio da dove l’avevamo lasciata. Dopo che Jaakko Iisalo, game designer dell’azienda, consegnò quel famoso screenshot con uccelli senza zampe, incapaci di volare e molto arrabbiati, i soci cominciarono a fantasticare sul motivo per il quale essi lo fossero.
All’inizio il gioco era molto diverso da come lo conosciamo oggi. Ogni uccello colorato era abbinato a dei blocchi colorati, per ottenere dei punti bisognava distruggere un blocco utilizzando l’uccello dello stesso colore. Se ci pensate un attimo, questa caratteristica è rimasta seppur in maniera un po’ velata. Ogni uccello, differente per forma e colore, è adatto a rompere un particolare tipo di blocco, anch’esso identificato da forma e colore. Anche l’esperienza di gioco era completamente diversa: si premeva su un particolare blocco e l’uccello ci si dirigeva per distruggerlo.
Gli uccelli non avevano alcuna abilità speciale, tuttavia in ogni livello erano disseminate delle uova da collezionare per sbloccare poteri supplementari. L’obiettivo era anche quello di collezionare i volatili come accade nei Pokémon. L’idea della fionda venne dopo, all’inizio la parabola e la forza di volo erano costanti ed era l’utente che con il suo dito indicava il punto di arrivo della gittata. Dov’erano i maiali? Semplicemente non c’erano. Arrivarono dopo. Furono introdotti come giustificazione per la distruzione delle strutture a blocchi.
In principio i maiali erano privi delle attuali caratteristiche somatiche. Dopo diversi test con gli utenti emerse che questi ultimi non capivano in che modo quei docili maialini potessero aver reso così arrabbiati i poveri uccelli. Fu così che nacque la storia portante dell’intero gioco: i maiali erano colpevoli d’aver rubato le uova dei poveri uccelli.
A questo punto l’azienda aveva consumato già €25.000 per lo sviluppo (una quarto della cifra totale spesa finora) e il team ci lavorava nel tempo libero. Si, si trattava ancora solo di un hobby project. Nei sei mesi durante i quali l’azienda produsse Angry Birds, Rovio sviluppò infatti altri quattro titoli per le aziende clienti. Continuarono a migliorarlo in inverno, sempre nei ritagli di tempo.
I test consistevano nel lanciare i pennuti contro i maiali. I tester, contrariamente al solito, erano molto divertiti dal loro lavoro. Le sessioni di gioco cominciarono a durare anche 15 minuti e insolitamente intorno alle loro scrivanie si creava sempre un gruppetto di spettatori accaniti. Si resero conto d’aver creato qualcosa di grosso.
Volete sapere di più sul rapporto di Rovio con App Store di Apple? Come ho scritto precedentemente: nel prossimo articolo vi svelerò anche questi dettagli.
[Via Wired UK – Issue 04.11]
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