Nonostante le forti prese di posizione sul fronte dei diritti umani e della libera espressione, Apple “sembra epurare decine di migliaia di app dai suoi App Store in tutto il mondo, senza una esplicita richiesta di rimozione dai governi, e senza alcuna trasparenza pubblica.” Così si sono espressi gli azionisti al Consiglio d’Amministrazione di Cupertino, invocando -una volta per tutte- un dibattito concreto sui cambiamenti da fare nella gestione dell’App Store.
Il problema non è nuovo; ne parlavamo già nel lontano 2008, quando si era sparsa la voce che alcune applicazioni fossero state bocciate perché in aperta in concorrenza con le funzionalità e i prodotti di Apple. Ora però un gruppo di azionisti ha formalmente richiesto la revisione dei report di trasparenza ciclici per App Store, le approvazioni e le defenestrazioni del software:
Scriviamo la presente per spronarvi a votare in favore della Proposta 6 nel proxy aziendale. La proposta richiede al CDA di creare dei Report di Trasparenza per Apple per fornire chiare spiegazioni del numero e delle categorie delle rimozioni su App Store, in risposta o per anticipare le richieste di governo, che possano ragionevolmente attendersi per limitare la libertà d’espressione o l’accesso alle informazioni.
I report attuali, infatti, non specificherebbero “con sufficiente dovizia di particolari i tipi o le categorie di app che la società ha rimosso da App Store, né esaminano fino a che punto la bocciatura delle app -voluta dall’azienda o dai governi- possano limitare i diritti umani.”
Stando a un articolo del New York Times, infatti, sin dal 2017 oltre 55.000 app sono scomparse dall’App Store in Cina, la maggior parte delle quali “in anticipazione a preoccupazioni espresse dal governo cinese.” E poiché questa proattività può avere ripercussioni sui diritti umani, oltreché rischi legali, finanziari e di immagine”, il comitato degli azionisti insiste che “maggiore trasparenza sia drasticamente necessaria.”