App Gratis ha avuto una colpa fondamentale: facendo pubblicità ad altre applicazione oltre sé stessa, si è di fatto sostituita ad Apple e alle sue classifiche, e ha quindi creato confusione nella mente degli utenti (almeno nella visione di Cupertino). E per questa ragione ha fatto la fine di AppShopper e di tutte le altre che -c’è da scommettere- presto cadranno come foglie dagli secche.
La conferma l’ha data Apple stessa a All Things D in un articolo in cui vengono elencate le ragioni fondamentali per l’epurazione coatta. Da una parte, App Gratis sfruttava le Notifiche Push per scopi promozionali nonostante tale pratica fosse espressamente vietata dal codice di condotta degli sviluppatori iOS; ma la questione è più sottile e di più ampio respiro:
Le fonti vicine alla società affermano che il problema di fondo consisteva nel fatto che AppGratis promuoveva un modello di business che sembrava favorire gli sviluppatori coi mezzi finanziari necessari per pagarsi la visibilità mediatica. “L’App Store invece è stato creato per la meritocrazia” ha rivelato una fonte vicina al pensiero di Apple.
Presto, lascia intendere AllThingsD, nuove azioni simili verranno intraprese a tappeto su tutto l’App Store:
Mi dicono che, a dire di Apple, questo tipo di app minaccia la legittimità delle classifiche dell’App Store fornendo agli sviluppatori un modo per comprarsi le vette della classifica. […] Inoltre, la società teme che queste app finiscano col minare l’integrità dell’App Store intasandolo di vetrine alternative. […] Alcune di queste app creano uno scenario per cui è come se si entrasse da Nordstrom e al suo interno si trovassero prodotti Walmart [due note catene GDO statunitensi, n.d.A.]
Il CEO di AppGratis Simon Dawlat, tuttavia, non intende darsi per vinto e ha già promesso continuità al servizio in attesa di trovare un metodo alternativo per erogarlo. “Non finisce qui” ha dichiarato, forte dei suoi 12 milioni di utenti, ma di sicuro “finisce qui come app iOS; quanto meno, nella sua forma attuale.”