Per un tablet fuori dai canoni, ci voleva un processore altrettanto speciale. E infatti, il chip AX9 che alimenta iPad Pro è diverso -e superiore- ai predecessori per molte ragioni.
[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/186126/ipad-pro-distrutto-in-un-video-ed-e-piu-resistente-del-previsto”]Come da tradizione, ogni volta che Apple lancia un prodotto nuovo, spunta fuori anche il nerd sadico che lo tortura fino all’esaurimento. Stavolta, il Drop & Bend Test è toccato all’iPad Pro. Ed è uno spettacolo straziante.[/related]
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Quelli di Chipworks hanno analizzato il processore integrato nell’ultimo tablet di Cupertino, e hanno scoperto che include una GPU a 12 core che è il doppio più potente di quella presente nell’A9 di iPhone 6 e iPhone 6 Plus. Inoltre, l’interfaccia della memoria consente di passare in qualunque momento una quantità doppia di dati rispetto a prima.
Curiosamente però, e per la prima volta in tanti anni, manca una cache L3 presente nei chip precedenti, una sorta di deposito temporaneo per le operazioni effettuate di recente dal processore. Un’omissione dettata probabilmente dalla complessità eccezionale e dalla costosità dell’A9X; in altre parole, il modesto guadagno prestazionale su cotanta forza brutta non avrebbe giustificato i costi per l’aggiunta della componente. Senza contare che il pezzo di silicio è già bello grosso così com’è: con 147 millimetri quadrati, è il secondo più ampio chip di stirpe A mai creato dalla mela.
Si tratta davvero di tanta potenza, ma d’altro canto iPad Pro ha una risoluzione molto più elevata rispetto ai suoi fratelli, ed ecco perché Apple ha scelto di non montare una fotocamera da 12 Megapixel come su iPhone 6s e 6s Plus: il carico sulla gestione in tempo reale del processamento d’immagine sarebbe stato eccessivo.