Nell’immaginario collettivo la Cina è da tempo sinonimo di falsificazione: non sfugge nemmeno Apple, che si è vista costretta a fronteggiare una carica di falsi Apple Store nella nazione asiatica, uno dei quali ritratto nella foto che vedete qui sopra. Ma che succede se invece è Apple stessa a essere accusata di falsificare i propri prodotti destinati al consumo nella nazione asiatica?
È la domanda che sorge spontanea leggendo la notizia di oggi, secondo la quale gli Apple Store ufficiali e i rivenditori autorizzati sarebbero stati bersagliati da polemiche legate alla vendita di iPhone ricondizionati spacciati per nuovi: ad accorgersene alcuni acquirenti, che tornati a casa nel registrare il prodotto si sono visti assegnare un periodo di garanzia inferiore ai 12 mesi classici offerti da Apple. Nel riportare gli iPhone in negozio, alcuni hanno ottenuto una sua sostituzione, mentre altri meno elegantemente hanno ricevuto un’estensione della garanzia al solito anno.
La decisione di vendere iPhone ricondizionati come nuovi non sembra provenire dai vertici Apple, visto che tra l’altro la cosa potrebbe creare problemi con le autorità cinesi: più facile quindi che tutto ciò venga da alcuni membri degli Apple Store, anche se in casi come questi non si può mai essere certi di nulla. Nel frattempo comunque due cause legali sono state aperte nei confronti di Apple, chiedendo una giusta ricompensa per ogni cliente coinvolto. Staremo a vedere quale sarà la contromossa studiata in quel di Cupertino.
Via | Geek.com