Apple Intelligence si trova al centro di una tempesta legale, accusata di pubblicità ingannevole e concorrenza sleale. La causa, intentata presso il tribunale federale di San Jose, ruota attorno alle funzionalità promesse ma non consegnate con il lancio dell’iPhone 16. Tra queste, il tanto atteso Siri personalizzato e altre innovazioni chiave, che avrebbero dovuto essere immediatamente disponibili, ma sono state rinviate o assenti.
La denuncia è stata presentata dallo studio legale Clarkson Law Firm, noto per aver affrontato altri giganti tecnologici su questioni legate all’intelligenza artificiale. L’accusa sostiene che Apple abbia generato false aspettative nei consumatori attraverso una massiccia campagna pubblicitaria, promuovendo funzionalità come Image Playground e Genmoji, senza chiarire adeguatamente i tempi di disponibilità.
In risposta alle critiche, Apple ha rimosso alcuni spot promozionali da YouTube e aggiornato il proprio sito web con disclaimer, ma queste misure sono considerate insufficienti dai querelanti. L’obiettivo della causa è ottenere risarcimenti per i consumatori che hanno acquistato i dispositivi basandosi su promesse non mantenute.
Gli esperti ritengono che questa vicenda possa stabilire un precedente importante per il settore tecnologico, influenzando il modo in cui le aziende comunicano le proprie innovazioni. Con l’intelligenza artificiale al centro delle strategie di marketing, questa causa potrebbe ridefinire gli standard di trasparenza e affidabilità nella pubblicità tecnologica.