Apple ha deciso di far valere i propri diritti sul termine “app store” e non guarda più in faccia a nessuno. Microsoft è stata la prima compagnia a scontrarsi con il marchio registrato “app store” (ottenuto nel 2008) da parte di Apple, mentre recentemente è toccata al nuovo store di applicazioni per Android di Amazon, che appunto si chiama Amazon Appstore. Dopo due colossi, Apple si è rivolta anche ad un “pesce” piccolo nel mare degli store di terze parti.
Parliamo di MiKandi.com che ha ricevuto un ordine di cease-and-desist, ovvero una richiesta di resa incondizionata per quanto riguarda l’uso del termine. Se il mese scorso lo slogan di MiKandi era”il primo app store di applicazioni per adulti“, dopo l’azione degli avvocati Apple è diventato “il primo market di app per adulti“.
Parliamo di un cambiamento minimo, che probabilmente non avrà alcuna ripercussione né su Amazon né su MiKandi (il quale, anzi, può ora godere di fama e pubblicità gratuita grazie al circolare di questa notizia), ma che dimostra la volontà di Apple di non cedere un termine che al momento è indicativo di un trend di mercato: non esiste piattaforma mobile che abbia vita senza il proprio app store. Proprio in questo panorama in cui gli app store spuntano come funghi, Apple decide di tutelarsi diventando più aggressiva.
[Via TUAW]