Nella risposta che Apple ha fornito sui dati di geolocalizzazione dell’iPhone si parlava di una cache di dati che copriva un anno di spostamenti del dispositivo. Apple ha ritenuto opportuno specificare che, secondo lei, tale quantità di dati è inutile e che il registro delle celle e hotspot Wi-Fi attraversati in una sola settimana è ampiamente sufficiente per i servizi di localizzazione dell’iPhone o dell’iPad. In particolare, questo lungo registro di spostamenti è stato definito un bug dalla compagnia di Cupertino.
Un articolo su Gawker fa invece notare che questa funzione era probabilmente voluta da Apple, dato che era stato depositato un brevetto in merito già nel 2009. Il brevetto 12/553,554, pubblicato nel marzo scorso, riguarda un’app per una “Cronologia di localizzazioni per dispositivi capaci di localizzarsi”. In questa app sono usati i dati ritenuti sensibili nelle discussioni degli ultimi giorni per fornire servizi legati alla traccia degli spostamenti dell’utente.
La sensibilità dei dati fa ovviamente temere un uso malevolo delle posizioni dell’utente, ma le intenzioni di Apple sembrano essere diverse, almeno all’atto di registrare il brevetto. L’ingegnere di Apple Ronald Huang chiarisce che “le altre informazioni e la cronologia delle coordinate geografiche potrebbero entrare a far parte di un ‘Diario’, consultabile poi in un secondo momento”.
La registrazione delle localizzazioni dell’iPhone non è un bug, ma nemmeno sembra essere un dispositivo pensato per spiare l’utente. La cache degli spostamenti del dispositivo è stata pensata per creare applicazioni legate alla geolocalizzazione, come un diario di spostamenti o per taggare con coordinate geografiche su una mappa le fotografie. Tutti questi dati, poi salvabili sul computer con iTunes, potrebbero essere indicizzati per venire consultati o per effettuare ricerche. Nel migliore dei mondi possibili la difesa della privacy non sarebbe così importante e lo scrittore Steven Johnson avrebbe molti più seguaci quando dice: “VOGLIO che il mio telefono ricordi tutti i posti nei quali sono stato. Più utilità che rischio IMHO.”