Lo US Patent and Trademark Office, l’ufficio brevetti statunitense, ha recentemente accordato ad Apple un brevetto intitolato “Controllo di comunicazione testuale per dispositivi di comunicazione personale” che descrive un sistema in grado di filtrare contenuti non desiderati durante la digitazione e la ricezione. Come dire, niente più messaggini osé sui telefoni di figli e mariti.
L’idea di fondo è che al momento non è possibile controllare le comunicazioni testuali che avvengono sui dispositivi mobili con la mela, né essere sicuri che siano appropriati a particolari fasce di utenza come quelle dei bambini (e dei mariti con mogli particolarmente gelose). Ammesso che qualcuno voglia mettere 700 euro di telefono in mano ad un pupillo di 10 anni, ecco la soluzione al problema:
In una implementazione, l’applicazione di controllo include una applicazione di controllo parentale. L’applicazione di controllo parentale valuta o meno se la comunicazione contiene testo approvato basandosi, ad esempio, su criteri oggettivi come l’età dell’utente o la classe che frequenta e, se non autorizzato, ne impedisce l’inclusione nella comunicazione testuale.Se il controllo contiene testo non autorizzato, l’applicazione di controllo può avvisare l’utente, l’amministratore o altro individuo designato allo scopo. L’applicazione di controllo può richiedere all’utente di rimpiazzare il testo non autorizzato oppure può procedere alla cancellazione automatica del testo incriminato, se non dell’intera comunicazione.
Certamente una buona notizia per i genitori più apprensivi, anche perché i catastrofisti parlano di già fine del sexting come lo conosciamo oggi. E invece, probabilmente, i ragazzi più audaci inventeranno nuove espressioni e parole per eludere i paletti, se possibile ancora più sgrammaticate delle attuali. C’è persino il rischio che qualcuno di loro -oltre alle parolacce- apprenda pure vocaboli di un’altra lingua. Potere della tecnologia.