Fino a qualche giorno fa, quando si parlava del nuovo sistema di car infotainment e integrazione coi dispositivi iOS in studio a Cupertino, ci si riferiva ad iOS in the Car; poi, un po’ a sorpresa (soprattutto se consideriamo i problemi di organizzazione e sviluppo) ieri Apple ha spiazzato tutti con il lancio di CarPlay e l’annuncio della partnership coi principali produttori. E quel trademark, ovviamente, è stato registrato all’inizio dell’anno scorso, eppure è passato totalmente inosservato fino ad oggi. Ecco come hanno fatto.
Come rivela MacRumors, il trucco è consistito nell’accreditare la paternità del marchio CarPlay a soggetti giuridici che non hanno nulla a che vedere con Apple. Nel caso specifico, la registrazione del trademark risale al 13 novembre 2013 con collegamento ad una richiesta analoga avanzata a maggio a Trinidad & Tobago, a nome di una società chiamata Carplay Enterprises LLC con sede a 1209 Orange Street, Wilmington, nel Delaware. In realtà a quel civico corrisponde semplicemente un fermo posta, utilizzato tra l’altro sia da Apple che da molte altre multinazionali; la scelta del Delware, dipende poi dalla tassazione particolarmente favorevole alle aziende:
A livello teorico, i suoi occupanti includono giganti come American Airlines, Apple, Bank of America, Berkshire Hathaway, Cargill, Coca-Cola, Ford, General Electric, Google, JPMorgan Chase e Wal-Mart. Queste società fanno affari in tutta la nazione e in tutto il mondo. Qui al 1209 North Orange hanno solamente la casella di posta.
Meno di una settimana fa, infine, Carplay Enterprises ha dato inizio alle richieste di registrazione del marchio anche in Australia, Norvegia e diversi altri paesi. Negli USA, la protezione è richiesta nel campo dei Computer (che include i dispositivi portatili, le periferiche e i software), nella navigazione GPS e nella programmazione al computer. Perfino il rappresentate legale, Robert Friedman, non vanta alcun evidente collegamento con Cupertino, ed è così che Apple è riuscita serenamente a fregarci tutti.