È incredibile come una notizia minima possa creare un tale trambusto in rete: è bastato ritrovare tra le migliaia di documenti del sito Apple una nota vecchia di un anno che consigliasse l’adozione di un software antivirus per far scoppiare una vera e propria bomba mediatica ripresa, prima, dai blog del settore e, adesso, anche dalla stampa nazionale che non si è lasciata sfuggire l’occasione di creare un piccolo scandalo sulla vicenda.
Nella nota tecnica sotto esame, adesso rimossa dal sito Apple perché “vecchia e non accurata”, veniva consigliata l’installazione di uno o, addirittura, più software antivirus sul proprio Mac. Lasciando stare la dubbia validità tecnica di raccomandare l’utilizzo di più antivirus in contemporanea, pratica assolutamente da evitare per non compromettere la protezione, vorrei sottolineare come, con grande probabilità, dietro il consiglio di Apple si nascondesse una forma di autotutela della società di Cupertino in caso di sviluppo di codice malevolo.
Tra le decine di articoli – o pseudo-tali – sull’argomento di cui si è riempita la rete mi è d’obbligo segnalare quello pubblicato su La Repubblica.it che parla della vicenda come “la perdita della verginità” di Mac OS X e conclude consigliando il download di un antivirus gratuito.
Concludo ricordando che se è vero che sono stati sviluppati alcuni Trojan per Mac OS X, è anche vero che questi hanno bisogno dell’autorizzazione dell’utente con l’immissione della password di sistema. Il consiglio finale è, quindi, quello di installare solo applicazioni di provenienza accertata.
Per chi è convinto che la prudenza non è mai troppa e desidera aggiungere una protezione aggiuntiva al proprio sistema operativo, l’installazione di un antivirus (uno solo però) può essere una buona mossa. Per quanto mi riguarda, il mio Mac continuerà ad andare senza.