Un giudice della Corte distrettuale di Miami -lo stesso che sta seguendo la disputa tra Cupertino e Motorola– ha affermato che le guerre legali per i brevetti intentate in mezzo mondo da Google e Apple non sono fini a se stesse, ma farebbero parte di una strategia di più ampio respiro. E questo spiega per quale ragione sono destinate a non estinguersi mai:
“Le parti in causa non hanno alcun interesse a risolvere la disputa in modo rapido e efficiente. Piuttosto, stanno usando questa e altre querelles nel mondo come strategia di business che appare senza fine” ha affermato il giudice Robert Scola del distretto di Miami in una nota pubblicata ieri. “Questo non è un uso adeguato di questa Corte.”
Ma c’è di peggio. Rifiutandosi di sfrondare i 12 brevetti oggetto del contendere e le 180 denunce, le due multinazionali avrebbero ostentato un atteggiamento “indisciplinato e litigioso:”
“Senza ironia alcuna, le parti ora chiedono alla Corte di mettere mano allo scompiglio che hanno creato esse stesse rimandando un’udienza volta alla riduzione della grandezza e della complessità del caso.” ha scritto. “La Corte declina questo invito.”
L’aut aut è scontato, e ricorda da vicino le sfuriate del giudice Koh. O le due società ridurranno spontaneamente la portata della causa, oppure il giudice Scola metterà il caso in freezer. Tanto, sembra di capire, non farebbe molta differenza.