[Courtesy of National Geographic]
Molti di voi avranno letto il mio post nel quale facevo il punto della situazione del mio ancora attuale MacBook Pro. Ci eravamo lasciati con l’indispensabile molletta che applicata sulla parte destra della cornice mi consentiva di tirare avanti.
Studiare con un monitor la cui metà inferiore decide di diventare nera all’improvviso mentre quella superiore sfarfalla fino a degradare completamente ad un grigio chiaro è davvero difficile. Tutto questo con una frequenza sempre maggiore. Dopo vari tentativi andati a male il display si crepa in seguito ad una mia svista mentre cercavo l’ennesima posizione che mi consentisse 5 minuti di lavoro in santa pace.
Contatto telefonicamente il più vicino centro assistenza autorizzato Apple e chiedo subito un preventivo di spesa. Il consulente mi spiega che Apple non sostituisce solo il display frantumato ma tutta la parte superiore (scocca in alluminio, display, webcam, cavi interni e cerniere) il tutto per la modica cifra di € 700,00 manodopera esclusa. Quindi mi consiglia di acquistare un nuovo portatile: più resistente, con processore più potente e questa volta meglio se con Apple Care. Spendere tutti quei soldi e tenersi un computer vecchio non conviene affatto: è una mera questione di convenienza. Mi viene consigliato di utilizzare il mio portatile perennemente collegato alla televisione come fosse un Media Center. Certamente.
Sarò sincero, all’inizio ci stavo seriamente pensando. L’idea di acquistare un nuovo MacBook Pro cominciava a solleticarmi. Tuttavia, l’indomani decisi di cercare un po’ di informazioni in rete e scoprì che era possibile acquistare tutte le componenti che mi occorrevano per ripararmelo da solo.
In realtà si tratta di una procedura lunga e piuttosto complessa. Resa ancora più antipatica a causa di un piccolo aneddoto: pare che Apple abbia fabbricato il mio portatile utilizzando lo stesso tipo di display per tutti i dispositivi eccetto per una piccolissima parte di essi, per i quali ha utilizzato display di marca e innesto diversi. Per conoscere il tipo di display montato sul proprio portatile è necessario smontarlo completamente. Punto e a capo.
Un nuovo display (ammesso che fosse quello giusto) in versione rigorosamente matte (opaca) e set di cacciaviti costa poco più di € 200,00 con spese di spedizione dagli Stati Uniti incluse. Ormai intenzionato ad acquistare le componenti, trovo quasi per caso TechIT Europe: un’azienda di Verona che effettua riparazioni per qualsiasi dispositivo Apple. Con un esborso di poco superiore a quello che avrei speso se avessi voluto cimentarmi personalmente nella riparazione (con tutte le complicazioni del caso) e in soli 4 giorni (con fine settimana incluso nel conteggio) ho ricevuto il mio portatile riparato in modo ineccepibile: il display funziona alla perfezione, la webcam pure. Sembra appena uscito dalla fabbrica.
Durante questa epopea non ho potuto fare a meno di pensare a quanto sia ecologicamente insensata la politica di riparazione di un’azienda che si fregia di essere sensibile al tema dell’ecologia. So benissimo che non è affatto l’unica, anzi. Ma da Apple … quasi non te lo aspetti. Non ho ben capito come faccia un display con un prezzo di € 200,00 a triplicare il suo valore aggiungendoci una webcam, due cavi e la scocca in alluminio.
Basterebbe rinunciare a lauti guadagni sui pezzi di ricambio, oltre che consentire un’intervento più incisivo del semplice cambio “dell’intera parte superiore” per evitare che ogni anno centinaia di persone si disfino dei loro ancora attualissimi computer in favore dei nuovi. Ma forse sarebbe troppo poco remunerativo. Come dire “Ecologia si, ma fino ad un certo punto”.