Il 22 luglio 2011, esattamente una settimana fa, Bloomberg lancia lo scandalo. Apple e Groupon si dicono disposte a pagare insieme più di 25 milioni di dollari per chiudere la battaglia legale avviata da Walker Digital LLC, un’azienda creatrice di Priceline.com e proprietaria di oltre 200 brevetti nei settori dell’e-commerce, social networking, aste online e visori per la guida di autoveicoli.
L’articolo della rivista parlava di “persone informate sui fatti”, “fonti che vogliono rimanere anonime” e “termini degli accordi privati”. L’oggetto della disputa legale erano una dozzina di brevetti e i relativi permessi d’uso e cessione. La maggior parte di questi era nel campo del marketing e del commercio online: strumenti fondamentali con i quali queste aziende attirano clienti.
Steven Hofman, il portavoce di Walker Digital da Stamford, una cittadina nel Connecticut, dichiarò che l’azienda da lui rappresentata aveva intentato causa a tre aziende, rifiutandosi di dichiarare quali fossero queste tre. Kristin Huguet, portavoce di Apple, e Julie Mossler, portavoce di Groupon, quando sono state contattate per commentare la notizia hanno declinato l’invito.
In realtà già a Gennaio Walker Digital aveva avviato azioni legali nei confronti di Facebook e Zynga. Ad Aprile avviò 15 cause differenti contro più di 100 aziende nel settore dell’IT. Compagnie di primissimo piano, tra le quali figuravano: Microsoft, Google, Apple e Amazon.
All’inizio la vicenda era stata raccontata come l’ennesimo caso di parassitismo nei confronti dei colossi dell’IT: la classica azienda sconosciuta che ne approfitta per guadagnare un po’ di soldi. Chiariamo: Walker Digital da un punto di vista della ricerca e brevettazione è un vero colosso. Ogni anno guadagna 200 milioni di dollari solo dalle concessioni dei sui brevetti e il nome di Jay Walker (fondatore dell’azienda) è citato in più di 450 brevetti internazionali.
Sarebbe stato più interessante capire quali fossero le tecnologie impiegate da Apple senza possederne il titolo ma temo che con il passare del tempo sarà sempre più improbabile venirne a conoscenza.
[Via Bloomberg | IpWire] – [Foto Libreria Walker da Wired.com]