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Sembra di risentire le parole di Bruce Sterling, uno dei padri della letteratura cyberpunk, quando solo l’anno scorso decretava la fine dell’epoca delle grandi innovazioni. Apple, in altre parole, è vittima del proprio successo, cristallizzata in un risultato economico che impedisce di innovare.
“E’ un gigante opulento” ha spiegato, “e i suoi smartphone sono oramai nelle mani di centina di milioni di persone. Non le è possibile stravolgere le cose, sarebbe un suicidio commerciale. Per lo stesso motivo non vedremo mai un nuovo iPhone rivoluzionario perché significherebbe riprogettare da capo una piattaforma che serve così tanti clienti.” E questo vale per Google, Facebook, Amazon e sostanzialmente quasi tutti gli altri blasoni della Silicon Valley. “Hanno vinto, meritatamente, e ora siedono sul potere che hanno conquistato.”
Dello stesso avviso l’investitore finanziario Chamath Palihapitiya, l’ex manager Facebook che abbandonò la società dopo averla aiutata ad aumentare la propria base utenza; dopo anni di fedele servizio, ricordiamo ancora le sue dichiarazioni “Facebook sta distruggendo la società.” E ora, lancia una nuova bomba mediatica.
“Ritengo che Apple sia una macchina da soldi produttiva. È ancora una fonte di innovazione? Non è chiaro, ma probabilmente no. Sono noti acquirenti di valore. C’è un valore gigantesco in Apple. Ma c’è pure un enorme flusso di denaro.”
Insomma, un po’ non c’è più Steve Jobs, e un po’ sono finiti i tempi in cui si poteva sperimentare e cercare nuove strade. E se è vero che la tecnologia avanza a ondate, forse siamo solo in un fisiologico periodo di magra, tra il picco degli anni ’80 e quello (si spera) del 2020.
E dunque, iPhone X avrà anche strappato anche tutti i record e sorpreso management e investitori Apple, ma il fatto resta: sarebbe tutt’altro che innovativo.
Sterling dice che “la realtà aumentata dei nuovi iPhone non è una vera novità, né lo sono il riconoscimento facciale, gli schermi senza bordi, gli orologi smart con la sim o la tv 4K. E in ogni caso non sono tecnologie che possono cambiare il mondo”. E forse anche per questa pressione psicologica, Tim Cook si è sbottonato e all’ultima conferenza sui risultati fiscali ha confessato di essere al lavoro sul prodotto più rivoluzionario mai visto a Cupertino. Di cui, ovviamente, non sappiamo nulla.
E quindi è davvero così che finisce la storia? Apple serve solo per macinare utili? Magari l’iCEO non concorderà, ma questa è l’opinione apparentemente più diffusa tra i mercati; solo pochi giorni fa, dopo aver acquisito il 5% di Apple, il famoso investitore Warren Buffett ha dichiarato: “Vorrei possederne il 100%.” E il Think Different sembra quasi roba di un secolo fa.