Tempo addietro, si era sparsa la voce -in particolare durante una sessione di domande&risposte presso LinkedIn con Adam Lashinsky di Inside Apple– che Apple assegnasse i neoassunti a progetti fasulli per testarne le competenze ed eventualmente ricollocarli in seguito. Si tratterebbe di una bufala, ma sentite che cosa è venuto fuori dopo.
A dire di Lashinsky, i neoassunti di Cupertino inizierebbero tutti con “incarichi fittizi” senza avere la minima idea delle reali ragioni che li hanno condotti lì; solo dopo un adeguato periodo di apprendistato verrebbero spostati su mansioni realmente utili. Ma è una visione di cose che probabilmente non corrisponde al vero. Su Ars Technica si legge:
Ho parlato con impiegati Apple provenienti da varie aree e livelli della società, con impiegati ed ex-impiegati, ma tutti hanno espresso lo stesso sentimento. Nessuno ha rivelato alcuna esperienza diretta di lavori fasulli pressi Apple, e nessuno conosceva amici o colleghi interni che avevano vissuto un contesto simile. Solo un ex impiegato ha ammesso di aver sentito di questi falsi progetti per voce di un amico di amici di altri amici, ma ha anche concluso che si trattava di rumors totalmente infondati e da trattare con occhio scettico.
In fondo, hanno spiegato le fonti di Ars, tutti quelli che lavorano per la mela sono ricondotti al silenzio tombale dagli accordi di non divulgazione firmati al momento dell’assunzione. Ergo, i progetti fasulli per testare la lealtà dei futuri dipendenti sono inutili e superflui, e costituiscono quindi una bufala o poco più.
Questo non significa tuttavia che a Cupertino ci vadano leggeri coi tradimenti. Le medesime fonti, infatti, raccontano di aver assistito talvolta alla blindatura di interi uffici mentre il personale di sicurezza scaricava rapidamente tutti i dati contenuti in computer e dispositivi; si tratta d’una misura drastica e certamente shockante che tuttavia viene messa in campo esclusivamente quando si verificano delle fughe di informazioni. Accade di rado, ma anche questo può succedere in quei di Cupertino.