Ha inizio una nuova settimana, e il copione si ripete immutabile. Da qualche parte nel mondo, una società si accorge d’una presunta violazione di brevetto operata da Apple in uno dei suoi prodotti. Nello specifico, il motivo del contendere consiste nella tecnologia di riduzione del rumore implementata negli iPhone, ma forse -a differenza che in altre occasioni– stavolta c’è davvero qualcosa che puzza.
Noise Free Wireless, una piccola realtà della Silicon Valley, produce una tecnologia di soppressione del rumore ambientale che torna utile durante le conversazioni al telefono. Dopo aver depositato il brevetto nel 2007, la società ha iniziato a orbitare attorno a Cupertino, al tempo estremamente interessata agli sviluppi della cosa. Nei tre anni successivi, Noise Free intrattenne diverse riunioni con i dirigenti di Cupertino e mostrò loro i circuiti stampati sviluppati sino ad allora, tanto da arrivare ad un accordo verbale e infine all’agognato contratto nel 2008.
Poi, nel 2010, il castello è crollato quando Apple ha deciso di rivolgersi piuttosto alle tecnologie della concorrente Audience. Ma quanto accadde in seguito è perfino peggiore:
Nel giugno di quell’anno, mentre le società erano ancora in trattativa, Apple ha depositato una richiesta di brevetto -numero 2011/0300806- che copriva proprio un sistema di soppressione dei suoni nei segnali in grado di mantenere la voce dell’utente.
Nella denuncia di Noise Free è riportato che Apple “ha estratto il codice oggetto proprietario e confidenziale di Noise Free, ha ottenuto il software di riduzione sonora di Noise Free, misurato e duplicato le tracce di segnale del circuito stampato e del microcontroller,” per poi rigirare le informazioni acquisite a Audience. Inoltre, si legge anche che nel brevetto erano contenute molte delle idee e delle innovazioni derivate da quei colloqui.
Raggiunte da Macworld, sia Apple che Noise Free hanno declinato ogni invito a commentare l’accaduto. Quest’ultima, in virtù del presunti danni subiti, ha sporto formale denuncia presso lo U.S. District Court del Distretto Nord della California per violazione del segreto industriale, inadempienza contrattuale e per pratiche commerciali sleali. L’obiettivo è di ottenere non soltanto un equo indennizzo ma anche l’annullamento del brevetto di Cupertino.