La Corte Suprema della California ha dato in queste ore il via libera allo status di class-action per una causa contro Apple, che costringerà l’azienda americana a difendersi dalle accuse di 20.000 dipendenti, secondo le quali sarebbero stati loor negati pause pranzo, riposi e pagamenti finali.
Ne parla il Wall Street Journal, secondo cui i dipendenti in questione sarebbero impiegati assunti da Apple su base oraria presso gli Apple Store e i call-center, mentre in alcuni casi si tratterebbe anche di ingegneri con profili junior.
Leggi anche: Perquisizioni Apple Store, partita la seconda class action dei dipendenti
Tyler Belong, consulente legale dei dipendenti, ha descritto così il nocciolo della questione:
“Molto spesso ai dipendenti nono sono state concesse pause per pranzare per sette oppure otto ore, in alcuni casi per niente.”
A peggiorare la posizione di Apple, ci sarebbe l’accusa aggiuntiva secondo la quale l’azienda avrebbe deliberatamente violato i diritti dei lavoratori, minacciandoli chiaramente di mandarli via nel caso in cui essi avessero discusso in qualche modo le politiche gestionali.
Apple dovrà dunque difendersi da una nuova class-action proveniente “dall’interno”: allo scorso mese di ottobre risale infatti un’altra causa, aperta da una serie di dipendenti degli Apple Store costretti, secondo le loro accuse, a una doppia perquisizione quotidiana presso il luogo di lavoro.
Leggi anche: Steve Jobs minacciò Palm per l’accordo sulle assunzioni
Un’altra causa ancora in corso è quella legata all’accordo tra varie società per impedire ai dipendenti di cambiare lavoro, offrendo loro lo stesso tipo di salari ponendo così un freno volontario al mercato.
Via | Cnet.com