Si è conclusa, con Apple che ha accettato di versare 53 milioni di dollari come risarcimento (circa 41 milioni di euro), la class action riguardante l’indicatore di contatto dell’iPhone. Nel 2010, Apple era stata portata davanti al tribunale per rifiutarsi di coprire con garanzia le riparazioni degli iPhone nei quali indicatori difettosi riportavano un contatto con un liquido. Una volta dimostrata l’inefficacia di tali sensori di contatto con liquidi, i cosiddetti LCI di cui sono pieni i dispositivi e computer della mela, il tribunale ha dato ragione agli utenti danneggiati.
Tutti coloro coinvolti nella causa legale, riceveranno fino a 300$ (233€) di rimborso danni da parte di Apple, a seconda del modello di iPhone posseduto. I sensori di immersione difettosi possono cambiare colore anche senza essere bagnati: in tribunale a San Francisco, si è scoperto che i LCI possono essere attivati anche dall’umidità ambiente, senza necessariamente entrare in contatto con un liquido. Un caso eclatante era quello scoppiato nell’estate del 2009 a Singapore, dove il clima tropicale aveva attivato i LCI di molti iPhone, con grande disappunto dell’utenza. Un’attivazione senza immersione in un liquido è ciò che ha erroneamente invalidato la garanzia in migliaia di dispositivi iOS.
A seguito della denuncia degli utenti, Apple aveva allentato nel 2011 le regole per trattare con iPod e iPhone con LCI attivato. Con una circolare, Cupertino aveva informato i suoi centri autorizzati che le linee guida andavano cambiate, andando in contro alle richieste dell’utenza: nel caso un cliente mettesse in dubbio che un iPod con LCI attivato fosse entrato in contatto con liquidi, senza segni esterni di corrosione, allora l’iPod sarebbe ancora soggetto ai benefici della garanzia. Si parlava all’epoca di iPod, ma poi la policy è stata applicata anche agli iPhone e in generale a tutti i dispositivi della mela.
Via | Bloomberg