Altre grani legali per Apple nel Paese di Mezzo. Un uomo ha infatti fatto causa a Cupertino poiché, afferma, la funzionalità di videochiamata FaceTime presente sui suoi iPhone ed iPad violerebbe uno dei suoi brevetti. E la Corte del Popolo di Zhenjiang ha già accettato il caso.
La violazione riguarderebbe una specifica tecnologia utilizzata nella comunicazione vocale tra gli assistenti digitali personali, brevettata nel 2003 da Li Zhengdao per conto della propria società e trascritta agli atti nel 2004. I dettagli della vicenda non sono ancora noti ma da quanto si evince dell’impianto accusatorio sa un po’ di patent-troll:
Bu Lin, il legale che rappresenta Li, ha affermato mercoledì che il suo cliente ha notato la presunta infrazione dopo aver comprato un iPhone a Zhenjiang durante un viaggio di lavoro. Ha poi sporto denuncia. “Apple FaceTime viola il suo brevetto” ha affermato Bu, aggiungendo che non hanno ancora deciso se chiedere ad Apple un risarcimento per danni. “Vogliamo solo che cessi l’infrazione” ha detto poi.
Dal canto suo, Apple ha rifiutato di rilasciare commenti ufficiali, ma di sicuro il fenomeno inizia a farsi preoccupante. Risale a pochissimi mesi fa l’assegno da 60 milioni di dollari staccato per mettere definitivamente una pietra sopra alla vicenda Proview relativa alla violazione del marchio iPad in Cina, e molto recenti sono anche le grane legali causate dal brand Snow Leopard e dalle funzionalità di Siri. Il mercato cinese, insomma, dietro le sue gigantesche opportunità nasconde tanti piccoli tranelli.