Che Apple fosse particolarmente parsimoniosa per quanto concerne costi e attività di lobbying a Washington era cosa nota; in effetti, è in assoluto la società che spende meno tra le big dell’high-tech. Ciononostante, il budget 2012 destinato a queste operazioni, ha subìto un ulteriore, drastico taglio e complessivamente non arriva neppure a 2 milioni di dollari. Bazzecole rispetto ai 18 milioni della rivale Google.
Durante l’anno delle presidenziali statunitensi 2012, scrive su Fortune Philip Elmer-Dewitt, Cupertino ha speso appena 1,97 milioni di dollari, con una contrazione del 13% rispetto all’anno precedente; per contro, Google ha incrementato il budget del 90%, toccando la stratosferica quota di 18 milioni di dollari. Microsoft invece ha scucito 8,09 milioni, Hewlett-Packard 7,22 milioni, Facebook 3,99 milioni mentre Amazon e Dell se la sono cavata rispettivamente con 2,5 e 2,39 milioni di dollari.
Il denaro, quel poco che è finito messo sul piatto, è stato “suddiviso col contagocce” per tentare di oliare aree estremamente eterogenee. Eccole nel dettaglio:
- Tassazione (per riportare in USA i fondi accantonati nei paradisi fiscali)
- Educazione (per l’impiego degli eBook nelle scuole)
- Telecomunicazioni (incluso Internet Aperto e la protezione dei minori online)
- Ambiente (scarti elettronici, Energy Star e standard EPEAT)
- Commercio (commercio libero e questioni di più ampio respiro)
- Consumatori (protezione privacy e Do Not Track Me Online Act)
- Investimenti e SEC
- Trasporti (l’uso della tecnologia in auto e velivoli)
- Industria PC (compreso il cyber-crimine)
- Appropriazioni (incluse le regole di approvvigionamento di computer e dispositivi da parte della PA)
- Media (pubblicazioni elettroniche)
- Medicina (regolamentazione dei dispositivi elettronici medici)
Ma se i soldi sono quelli che sono, la presenza fisica non manca: come noto, la nuova gestione di Tim Cook è caratterizzata da una “lina aperta di comunicazione” con la politica USA. Tant’è che in tempi recenti, il nuovo iCEO si è incontrato con John Boehner, l’allora presidente della Camera dei rappresentanti, per parlare di capitali esteri da riportare in terra patria. Un punto su cui, più di altri, Apple sembra spingere nervosamente. Sai com’è: quando si possiede più di 100 miliardi di dollari cash offshore, il problema un po’ si pone.