In seguito a diverse lamentele ricevute, Apple si è vista costretta a rimuovere silenziosamente un titolo dal catalogo di App Store. Con la motivazione che fosse implicitamente omofobo.
Tutto è nato a causa della scarna applicazione Manhattan Declaration, un software piuttosto controverso che condanna apertamente l’unione civile tra persone dello stesso sesso. Aveva fatto scalpore al momento dell’approvazione, e lo fa ancora adesso che è stata epurata con tanta nonchalance.
Nello specifico, l’app pone alcune domande in modo secco e superficiale su temi estremamente delicati, come quello delle unioni civili e dell’aborto, con un approccio a metà tra ingenuità e malafede, chiedendo all’utente se ad esempio crede nella santità del matrimonio tra un uomo e una donna (mescolando proditoriamente l’aspetto religioso a quello civile), o se supporta le relazioni omosessuali. Tutte questione complesse, che tuttavia vengono liquidate nell’app con un sì o con un no.
E così, dopo diverse proteste e persino una petizione ad hoc, Apple si è vista costretta alla rimozione. Nel testo di presentazione della raccolta firme online su Change.org, si legge:
Apple appartiene da sempre alle società più progressiste: si è guadagnata un rating del 100% nello Human Rights Campaign’s Corporate Equality Index; eppure ha approvato un’applicazione offensiva nei confronti degli americani che supportano uguaglianza e libertà di scelta.
L’applicazione Manhattan Declaration esiste per raccogliere firme su un sito Web che sposa un linguaggio pieno d’odio che crea divisione sociale, il tipo di linguaggio che speriamo iTunes Store non voglia aiutare a disseminare. Al di là del rating dell’applicazione (4+, “nessun materiale criticabile”), possiamo assicurare che l’applicazione contiene invece parecchio materiale criticabile.
E non poteva che andare così, visto e considerato che nel 2008 Apple ha donato 100.000$ al movimento in favore delle unioni omosessuali. Insomma, un bel pasticcio diplomatico, risolto nell’unica e -poco diplomatica- maniera possibile.