Dopo un lunghissimo periodo di “agonia” (l’ultimo major update risaliva al 2006), Apple ha definitivamente deciso di staccare la spina a Shake, software dedicato ai videomaker ed ai professionisti del video compositing che ha goduto di un considerevole successo a cavallo tra fine anni ’90 e 2000.
Ormai obsoleto e superato da Motion, compreso nella suite di Final Cut Studio, con l’uscita di scena di Shake spariscono le ultime vestigia di una delle acquisizioni più discusse della storia di Cupertino.
Nel 2002, infatti, Cupertino annuncia l’acquisizione di Nothing Real, piccola azienda con base a Venice Beach in California, che ha a listino un prodotto molto apprezzato ad Hollywood; si tratta di un prodotto squisitamente professionale, come sottolinea il prezzo di vendita, 0.000.
Apple, desiderosa di far crescere Final Cut Pro come suite completa per l’authoring video, non si è lasciata sfuggire l’occasione: tutto andrebbe per il meglio, se non ci fosse un piccolo particolare che fa drizzare le antenne ad alcuni giornalisti specializzati.
Steve Jobs, infatti, non è a quel tempo solo CEO di Apple, ma anche proprietario di Pixar: nonostante il crescente successo dei film di animazione, l’azienda non si è ancora consolidata come pura casa di produzione cinematografica, ma basa ancora parte del suo business sulla creazione e vendita di software per l’animazione video.
Nothing Real, secondo i più maliziosi, è uno scomodo concorrente di Pixar, e la mossa di Jobs ha lo scopo di togliere di mezzo un competitor: un vero e proprio conflitto di interessi, dunque.
Tutto fortunatamente si rivela una bolla di sapone: con la decisa virata di Pixar verso la produzione (e la successiva fusione con Disney), si è poi dimostrato che già allora gli obiettivi erano ben altri.
Tornando a Shake, il software ha vivacchiato per alcuni anni nel listino di Apple: l’ultimo grosso aggiornamento introduceva, nel 2006, il supporto per l’architettura Intel, ma l’esclusione, a beneficio del più moderno e completo Motion, da Final Cut Studio ha reso ben chiaro che i giorni, per Shake, erano contati.