Lucy Koh, l’implacabile giudice del Distretto Nord della California chiamata a dirimere le vicende legali di Apple e Samsung ha perso nuovamente la pazienza. Ma questa volta, ha esplicitamente parlato dell’imperativa necessità di un accordo extra-giudiziale.
La strada della mediazione era già stata tentata ma con scarsi risultati, tant’è che alla fine si è andati comunque a processo. E così, tra pesanti denuncie e perdite miliardarie, il dibattimento è stato caratterizzato dal crescente nervosismo del giudice Koh, che era arrivata persino a chiedere formalmente –ed ottenere– la circoscrizione del numero delle accuse reciproche, pena lo slittamento di un anno della prima udienza.
Ora, però, ha invocato un nuovo incontro telefonico tra le parti prima della delibera, momento in cui sia Samsung che Apple potrebbero restare scottate:
“Vedo rischi per entrambe le parti se andremo a verdetto” ha affermato il giudice Lucy Koh mercoledì scorso. Ha detto che se le società stavano cercando solo di mostrare al mondo la propria posizione sulle proprietà intellettuali relativi agli smartphone e ai tablet, il “messaggio è arrivato a destinazione.”
Se invece, spiega la Koh, le parti cercavano solo una valutazione esterna dei propri portfolio di brevetti, allora le altre cause attualmente in corso nel resto del mondo forniranno senza dubbio i chiarimenti desiderati. La conclusione è semplice e disarmante:
“È ora di fare la pace.”
Tempo di seppellire l’ascia di guerra? Visti i prodromi, è difficile da credere. Ma il tempo saprà dirlo.