Per la prima volta in tanti anni, Apple perde terreno nella classifica reddata da Ponemon delle società più affidabili del 2012 (qui il link al file PDF). E cala al di sotto della ventesima posizione, superata da eBay, HP, Amazon e perfino IBM.
Lo studio statistico, pubblicato in questi giorni, risponde ad una domanda molto semplice, ovvero “quali sono le società ritenute più affidabili dagli utenti nella protezione della privacy e dei dati personali?”. E se soltanto nel 2009 la mela si posizionava all’ottavo posto, le cose sono rapidamente mutante nel giro d’una manciata di anni. Nel 2010 era piombata al dodicesimo, e l’anno scorso quattordicesimo: stavolta, è addirittura ventunesima, prima di Mozilla e seguita a brevissima distanza da Google, Facebook, Yahoo e AOL. Non propio in buona compagnia, insomma.
Ai primi posti, invece, troviamo nell’ordine American Express, Hewlett Packard, Amazon, IBM, e le Poste statunitensi. E perfino Procter & Gamble, Verizon, FedEx e Microsoft la battono su questo terreno. Uno scivolone che -è bene ricordarlo- non fotografa l’oggettivo stato delle cose ma piuttosto la percezione degli utenti a riguardo; nondimeno, il dato dovrebbe preoccupare decisamente chi di dovere a Cupertino.
D’altro canto il fenomeno non sorprende. Sebbene la delicatezza di Apple nella gestione della privacy e della sicurezza degli utenti sia innegabile, è altrettanto innegabile che ultimamente abbia iniziato anche a perdere qualche colpo. Ricorderete senza dubbio la vicenda di Dave Morin, lo sviluppatore dietro le sistematiche violazioni della privacy messe in atto con l’app Path e che hanno causato nell’ordine: l’ira funesta di Tim Cook (che per questo lo avrebbe “messo alla graticola”), l’indignazione della stampa, un pentalogo di regole comuni controfirmato anche da Microsoft e Google, e l’intervento di un senatore democratico e della FTC. Insomma, quel che definiremmo senza difficoltà un gran casino.
Da allora, Apple si è sforzata di instillare controlli più sofisticati in iOS e linee guida stringenti per gli sviluppatori più libertini. Tuttavia, le misure messe in campo potrebbero non bastare; proprio in questi giorni, infatti, le autorità canadesi e olandesi si sono messe di traverso riguardo le modalità di condivisione della Rubrica iOS con le app di terze parti. E una nuova stretta, a questo punto, appare sempre più realistica.