L’ultimo Report sui Progressi della Responsabilità Ambientali dei fornitori Apple afferma che presto verrà raggiunto un traguardo storico. Migliorano le condizioni di lavoro dei dipendenti, e da quest’anno la mela dice addio ai cosiddetti “minerali insanguinati” provenienti dalle zone di conflitto.
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Anche quest’anno, Apple ha condiviso i dati riguardanti le condizioni di lavoro dei dipendenti delle fabbriche asiatiche e sudamericane con cui collabora. La priorità è stata data alla riduzione del lavoro minorile, al lavoro coatto e alla falsificazione dei documenti. Risultato: il massimale di 60 ore settimanali è stato sforato solo nel 97% dei casi, contro il 92% del 2014.
Inoltre, questi dati sono più affidabili che in passato, giacché sono stati condotti oltre 640 controlli, un netto miglioramento rispetto ai 39 del 2007; senza contare le 21 ispezioni a sorpresa, le 250 casistiche chiuse e le 25.000 interviste coi dipendenti. I fornitori che barano, perdono il contratto con Cupertino.
Nel 2015, i fornitori Apple hanno pagato 4,7 milioni di dollari per rimborsare i lavoratori messi a contratto a condizioni inique o con tariffe di assunzione eccessive; esatto, perché in Cina è prassi pagare chi ti trova un lavoro. Dal 2008 ad oggi, Apple ha costretto i fornitori a sganciare oltre 25 milioni di dollari in indennizzi di questo tipo.
Quando viene trovato un minore in fabbrica -ed è già accaduto 3 volte nel 2015- Apple costringe il fornitore a rispedire a casa il ragazzo, pagare per la sua educazione e fornirgli un assegno di mantenimento di base.
Per quanto concerne l’ambiente, infine, a partire dal 2016 collabora solo con fonderie e raffinerie identificate che non alimentano i conflitti armati; questo significa che tutti i prodotti a catalogo sono completamente privi di minerali insanguinati. Potete consultare il 2016 Supplier Responsibility Progress Report in formato PDF su questa pagina.