Alcuni mesi fa venne scoperto nei file di configurazione di iTunes 10.1 un nuovo tipo di URL denominato iTunes Live Stream, un nuovo protocollo per lo streaming di brani musicali e film su iTunes, che sfrutterà probabilmente i servizi di cloud computing erogati dagli enormi data center che Apple sta costruendo.
Sulla base di questa informazione provammo anche ad ipotizzare i possibili modelli di business che Apple avrebbe potuto adottare, giungendo alla conclusione che i server della Mela avrebbero semplicemente conservato un backup della propria libreria di iTunes, permettendone la fruizione in streaming da ogni luogo e da ogni dispositivo.
Con il rilascio della versione Gold Master di iOS 4.3 abbiamo invece scoperto una nuova interessante funzionalità chiamata iTunes Home Sharing che consente proprio di visualizzare su un dispositivo iOS tutti i contenuti presenti nella propria libreria di iTunes archiviata su un Mac o su un PC e renderli fruibili in streaming attraverso la rete WiFi domestica.
Immaginate adesso una funzionalità analoga che invece di accedere al nostro computer acceda ad un data center dove è stata creata una copia della nostra libreria di iTunes, archiviata in una specie di cassetta di sicurezza come quella delle banche, una Safe Deposit Box appunto, già brevettata da Apple. I brani in streaming potrebbero essere fruiti ovunque accedendo con il proprio account iTunes alla propria cassetta di sicurezza cloud.
Ma se Apple ha già nei propri server tutti i brani e tutti i film che vende sull’iTunes Store, perché è necessario crearne migliaia di copie invece di attingere direttamente in streaming a questi file ?
Semplice, perché le case discografiche e le major cinematografiche non vogliono. I loro profitti derivano ancora dal vecchio modello di vendita di brani e film legati alla singola copia, eventualmente con DRM incluso.
Gli accordi che Apple ha stretto a partire dal 2001 con le case discografiche prevedono infatti solo la vendita dei brani attraverso l’iTunes Store e non lo streaming degli stessi, una volta scaricato il file il brano diventa di proprietà del cliente, come quando viene acquistato un CD, ma non può essere duplicato oltre un certo numero di copie archiviate sui propri dispositivi.
Il servizio di cloud streaming attraverso iTunes dovrà quindi avere il benestare delle case discografiche e secondo alcune indiscrezioni raccolte da Bloomberg Apple starebbe già negoziando questo tipo di accordi con Vivendi Universal Music Group, Sony Music Entertainment, Warner Music Group Corp e EMI Group Ltd.
Questi accordi al momento sarebbero limitati alla possibilità di creare una copia di backup dei brani acquistati per ospitarla nei data center Apple, con la possibilità di scaricare gli stessi direttamente sui propri dispositivi usando l’account di iTunes, senza la necessità di ricorrere alla sincronizzazione via cavo USB, ma nulla vieta che in futuro il servizio possa essere utilizzato anche per lo streaming degli stessi.
Secondo le indiscrezioni il cuore di questo nuovo servizio cloud sarebbe una versione rinnovata di MobileMe che diventerebbe gratuita, con la possibilità di archiviare non solo brani musicali, ma anche foto, contatti, e-mail e documenti.
[via 9to5mac]