Un ente americano che si occupa di ricerche sul medioriente ha reso noto alcune ore fa che lo store “bandiera” della Apple, sito sulla 5th Avenue a New York (Manhattan), offende la cultura/religione musulmana.
Il MEMRI, è questo il nome dell’istituto che ha effettuato la ricerca, sostiene che alcuni siti musulmani abbiano espresso il loro aspro dissendo nei confronti della forma cubica dello store poiché ricorda la Ka’Ba a la Mecca (what?!); in aggiunta, sostengono che il negozio sia chiamato “Apple Mecca” ed è aperto 24 ore su 24 e all’interno sono presenti bars che vendono bevande alcoliche.
Fermiamoci tutti: occore veder se realmente vengono venduti alcolici (non si è così sicuri), e “last but not least”, Apple certamente non intende schierarsi in questa lotta contemporanea, di reminescenza medievale, a favore o contro nessuna fazione ideologica nè religiosa.
Trovo che la libertà di pensiero e la possibilità di poterlo esprimere, nel modo che riteniamo più consono, sia il più grande dono (e conquista) che la cultura dell’illuminso ci abbia lasciato; non è stata offesa nessuna cultura di questo mondo: è solo un negozio!
Penso che un utente Macintosh musulmano, leggendo tale notizia, arriccerebbe il naso, poiché stanco di questi continui atti di persecuzione che la propria cultura sembra esibire oggigiorno. Atti di una cultura che è fondamentale nel mondo contemporaneo, tanto quanto lo è stata nel suo maestoso passato.
Le parole del grande (con i suoi difetti, naturalmente) Voltaire riassumono ed esprimono al meglio quanto sostengo:”Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere”. Riflettiamoci un po’ su…