Apple TV, la Mela perde la guerra coi produttori di contenuti

È ufficiale. Apple ha perso la sua prima grossa guerra degli ultimi 10 anni.
Apple TV, la Mela perde la guerra coi produttori di contenuti
È ufficiale. Apple ha perso la sua prima grossa guerra degli ultimi 10 anni.

I piani originali non si sono concretizzati, e dopo anni e anni di trattative, alla fine, Apple ha capitolato. Nessun accordo per i contenuti su Apple TV, niente bouquet di canali in streaming per gli utenti, e rapporti logorati con i produttori. Così si conclude l’ultima guerra di Cupertino.

[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/42163/apple-tv-via-cavo-trattative-in-corso-ma-itv-ancora-lontana”]Cupertino sarebbe in trattative con le TV via cavo per il lancio entro poche settimane d’un nuovo prodotto o servizio TV. Ecco cosa scrivevamo nel 2012.[/related]

Sono anni, almeno dal 2012, che la mela tenta di strappare un accordo con ESPN, Disney, HBO, Viacom, Epix e gli altri produttori di contenuti nella speranza di lanciare pacchetti di abbonamenti su Apple TV.

L’idea originale era di offrire piccoli bundle di circa 25 canali ad un costo di 30-40$ al mese al massimo, ma la cosa ha trovato subito una diffusa resistenza: i produttori, infatti, pretendevano che tutti i loro contenuti rientrassero nei bouquet.

In altre parole, scrive Re/code, non intendevano offrire pacchetti low-cost con porzioni ridotte del catalogo; o tutto o niente:

Se Apple ottiene le cose a modo suo, la TV subirà dei cambiamenti drastici, come è avvenuto nel mondo della musica dopo il lancio di iTunes Store nel 2003. […]
Se Apple ottiene le cose a modo suo, significa che i tradizionali pacchetti TV di circa 100 canali saranno ridotti dell’80%. E i dirigenti delle TV hanno affermato di comprendere benissimo che i consumatori non vogliono pagare i canali che non guardano, ma tutti concordano sul fatto che i loro canali vanno acquistati in blocco.

Al che, il capo della sezione iTunes Eddy Cue ha proposto loro di offrire pacchetti di canali aggiuntivi (per esempio quelli sportivi) da abbinare al servizio base, ma la questione non cambia: il problema resta il ristretto numero di canali giudicato inadeguato. Se la gente potesse scegliere solo i programmi o le serie tv a cui abbonarsi, sarebbe la fine per il medioevo televisivo e delle posizioni di rendita, e ovviamente questo spaventa.

Apple, dal canto suo, non si dà per vinta e per ora ha semplicemente congelato i piani della tv in streaming; la rivoluzione catodica, insomma, dovrà attendere.

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