Aggiornamento del 25 maggio 2018
In particolare, la cifra esatta ammonta a 533.316.606$ per la violazione di 3 brevetti di design, a cui si aggiungono 5.325.050$ per la violazione di due brevetti su tecnologie proprietarie.
Una bella batosta per la sudcoreana, se consideriamo che si era rivolta alla Corte Suprema nella speranza di vedere ulteriormente ribassati i 399 milioni di dollari imposti dalla precedente sentenza, e giudicati “sproporzionati” per l’effrazione commessa.
Un portavoce Apple ha dichiarato: “È un fatto che Samsung abbia sfacciatamente copiato il nostro design.Siamo grati alla giuria per il servizio prestato, e siamo lieti che siano d’accordo sul fatto che Samsung debba pagare per aver copiato i nostri prodotti.” Di segno diametralmente opposto, come prevedibile, le dichiarazioni dell’avversaria subito dopo il verdetto:
“La decisione di oggi contrasta completamente il verdetto unanime della Corte Suprema a favore di Samsung riguardo i danni cagionati dalla violazione di design. Prenderemo in considerazione tutte le opzioni per ottenere un risultato che non mini la creatività.”
Apple VS.Samsung: La mela chiede 1 miliardo di dollari, Samsung lo sconto
[img src=”https://media.melablog.it/8/8ea/apple-vs-samsung.jpg” alt=”apple-vs-samsung.jpg” align=”center” size=”large” id=”206488″]
Dopo una pausa invernale, il caso Apple-Contro-Samsung torna in Tribunale, per stabilire in modo definitivo l’ammontare dei danni che la sudcoreana deve a Cupertino. Non si tratterà d’un giudizio di merito, dunque: il dolo da parte di Samsung è ufficialmente accertato negli atti della precedente sentenza; ora però occorre decidere la formula con cui calcolare l’indennizzo.
[related layout=”big” permalink=”https://www.melablog.it/post/157270/apple-vs-samsung-la-perfezione-del-design-contro-lapprossimazione”][/related]
Apple infatti chiede una porzione del valore complessivo del dispositivo moltiplicato il numero delle violazioni; Samsung, invece, pretende di pagare solo per gli elementi del telefono effettivamente copiati, il che comporterebbe importanti risparmi. “Cercano di fare soldi dall’intero telefono” ha sottolineato il legale di Samsung. “I brevetti del design di Apple non coprono l’intero telefono. Per questa ragione, sono legittimati a chiedere i profitti solo dei componenti oggetto d’infrazione, non per l’intero telefono.”
Stavolta, i papaveri di Cupertino restano a casa; Tim Cook e Jonathan Ive infatti non sono chiamati alla sbarra. Testimoniano invece Richard Howarth, direttore senior dell’Apple Design Team e Susan Kare, per parlare di interfacce grafiche; e calcherà i marmi dell’aula anche Greg Joswiak, vice presidente del marketing di prodotto, che ha dichiarato: “abbiamo rischiato tutto quello che rendeva Apple una società di successo. Abbiamo giocato d’azzardo con la società.”
E qui ritorniamo al nodo fondamentale, ovvero alla storica sentenza del 2012 che intimava a Samsung di corrispondere all’altra 1 miliardo di dollari per violazione di brevetto, ridotta poi a 584 milioni in appello. E di quella cifra, versata nel 2015, Samsung considerava equa solo una porzione pari al massimo a 399 milioni di dollari. Ecco perché, dopo il pagamento, ha portato la vicenda alla Corte Suprema : se le daranno ragione, Apple dovrà restituire parte del malloppo all’avversaria. Al giudice della Corte Suprema l’ultima parola.