Aggiornamento dell’8 febbraio 2017, a cura di Giacomo Martiradonna
In seguito al ribaltamento della sentenza deciso dalla Corte d’Appello degli Stati Uniti, il caso Apple contro Samsung sulla violazione del design di iPhone torna all’esame della Corte più bassa. E intendiamoci: qui non è più in discussione il plagio, che è stato ufficialmente accertato; la giuria federale richiede soltanto una revisione dei conteggi per stabilire l’ammontare dei danni.
Samsung, infatti, ha chiesto e ottenuto di considerare l’iPhone non come un unicum, ma come un insieme di componenti, nella speranza di stabilire per ognuna di essere un indennizzo specifico. Ciò dovrebbe limitare la cifra complessiva e riportare nelle casse della società sudcoreana almeno una parte dei 548 milioni di dollari già sborsati nel 2015.
E ora spetta all’implacabile giudice Lucy Koh, già nota per la scarsa pazienza, rimettere mano al caso. Con quali risultati, lo vedremo presto.
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Apple vs Samsung, rovesciata la sentenza con risarcimento di 399 milioni di dollari
Nel corso dell’ultimo anno l’interminabile contesa tra Apple e Samsung ha perso l’attenzione dei media, soprattutto dopo l’ultima sentenza a favore della società di Cupertino, ma la questione sembra tutt’altro che chiusa.
Proprio nelle ultime ore una decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti, la più alta corte federale degli USA, ha rimescolato le carte in gioco, respingendo la precedente sentenza che imponeva a Samsung di offrire un risarcimento di 399 milioni di dollari ad Apple.
La motivazione della nuova sentenza risiede nel significato del termine “article of manufacture” (manufatto) attorno al quale si giostra l’argomentazione di Samsung che sostiene non possa riferirsi all’intero smartphone, essendo quest’ultimo un prodotto composto da molte parti.
La Corte ha infine deciso di non avere sufficienti elementi su cui basare una decisione e che non sia possibile stabilire se Samsung dovrebbe risarcire Apple per l’intero smartphone o per i singoli componenti.
Il caso tornerà dunque ad una corte più bassa, non essendo nemmeno stato stabilito un nuovo metro di giudizio, dove un nuovo procedimento legale deciderà quanto dovrà essere sborsato da Samsung. La responsabilità dell’azienda coreana nella violazione di copyright dunque non decade ma sicuramente la nuova cifra del risarcimento sarà decisamente più bassa.
La lotta tra i due giganti dell’elettronica è cominciata quando a stringere le redini di Apple era ancora Steve Jobs, nel 2011. Nel 2012, poi, una sentenza aveva ridotto il premio per Apple, che allora chiedeva quasi un miliardo di dollari, all’attuale cifra di 399 milioni.