Il problema ricorda da vicino quanto già visto nel Vecchio Continente. Normalmente, Apple eroga una garanzia standard di appena un anno su ogni prodotto, estendibile a tre grazie ad un costoso pacchetto aggiuntivo chiamato Apple Care. Tale impianto, tuttavia, cozza con gli ordinamenti giuridici di molti paesi del mondo che invece riconoscono una responsabilità biennale da parte del rivenditore. Per esempio, in Australia la legge richiede che passi “un adeguato lasso di tempo tra la consegna del prodotto e il momento in cui il difetto diventa apparente,” e questo spiega l’accaduto. Lo racconta il Sydney Morning Herald:
Venerdì scorso, lo staff degli Apple Store australiani e i rivenditori autorizzati Apple hanno ricevuto una circolare che li avvisava dei cambiamenti relativi alla policy interna di Apple sulla gestione della garanzia standard.
Fino ad ora, molti consumatori Apple hanno riportato sui forum che lo staff degli Store parlava esclusivamente di garanzia standard di 12 mesi ogni volta che si acquista, si ripara o si rimpiazza prodotti Apple.
Apple ha ora modificato questo intervallo da 12 a 24 mesi, in ossequio alle leggi australiane a tutela dei consumatori.
Stando alle nuove linee guida, dunque, chiunque avrà bisogno di un’assistenza potrà godere della garanzia standard di un anno, di quella di due anni a carico del rivenditore o dell’Apple Care, a seconda della disponibilità.
Non è una novità. In Italia la mela ha dovuto sborsare più di un milione di Euro di multa all’Antitrust proprio per questa ragione, e beghe analoghe le ha vissute in Belgio e perfino nella lontana Corea del Sud. L’Unione Europea ha recentemente aperto un fascicolo a riguardo proprio per far luce sulla faccenda.