Audacity, il famoso programma open source per l’editing audio, è finto nella bufera. L’ultima versione, rilasciata in seguito ad un cambio di proprietà della società madre, includerebbe numerose funzionalità che spiano l’utente; e partono le accuse: “l’hanno trasformato in uno spyware.”
Come riportato da FossPost, Audacity è stato acquisito due mesi fa da una società chiamata Muse Group, la stessa che possiede nel proprio portfolio altre proprietà di pregio come Ultimate Guitar, un sito molto noto che raccoglie partiture e accordi per chitarra, Tonebridge, e MuseScore, un software open source di notazione musicale. Tuttavia, dopo il trasferimento di proprietà, qualcosa Audacity è cambiato.
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La nuova pagina dell’informativa privacy dell’app infatti suggerisce una raccolta indiscriminata -e ingiustificata- dei dati dell’utente; informazioni quali il processore del computer, la versione del sistema operativo, l’IP dell’utente, reportistica sui crash, codici di errori fatali e così via. L’IP viene conservato sui server della società per 1 giorno, prima di essere sottoposto a offuscamento, dopodiché resta lì per anni; ma l’aspetto più inquietante è che tutti questi dati possono essere raccolti per “obblighi giuridici, controversie legali, eventuali richieste dell’autorità.”
Infine, la nuova policy impedisce formalmente ai minori di 13 anni di usare il software, il che -oltreché incomprensibile- è una palese violazione della licenza GPL su cui si basa Audacity.
Cosa Fare?
Se utilizzate quest’app, o ce l’avete installata, il nostro consiglio è di disinstallarla al più presto. Alla luce delle novità, infatti, la community open source sta valutando l’ipotesi di creare un progetto parallelo e completamente svincolato dalla proprietà di Muse Group e dalle sue discutibili pratiche di raccolta dati.
Chi fosse alla ricerca di un’alternativa a Audacity, può provare OceanAudio (disponibile anche per macOS) oppure Audiodope e Wavosaur (solo per Windows).