Lo scorso 10 maggio, facendo seguito alle promesse dei mesi scorsi, il presidente degli Stati Uniti Trump ha ufficialmente aumentato i dazi doganali di importazione dei prodotti cinesi negli USA. Cosa che -per restare nell’alveo che più ci interessa- ha portato ad un aumento dei prezzi del 10-25% su alcuni accessori Apple. E questo è solo l’inizio, perché a giugno è prevista una nuova stangata che potrebbe avere effetti perfino su iPhone, iPad e Mac.
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A questo aggiungete l’ordine esecutivo dell’amministrazione Trump che rende illegale per le imprese statunitensi l’uso delle apparecchiature di telecomunicazione prodotte da società cinesi come Huawei. Senza contare che queste ultime non potranno accedere liberamente alle tecnologie americane senza prima l’approvazione esplicita del governo; il tutto in nome della sicurezza nazionale. Ed è notizia di oggi, infine, che Google non potrà più fornire servizi né aggiornamenti a Huawei.
Alla luce degli ultimi eventi, non sorprende dunque che dal Regno di Mezzo spiri sempre più forte un vento di intolleranza e indignazione che concentra la propria potenza sui simboli del capitalismo americano. Risultato: Apple è cornuta e mazziata, penalizzata dai dazi in arrivo e ora esposta pure al fuoco incrociato che ne deriva.
Un numero crescente di utenti su Weibo, il Facebook cinese, invita a boicottare la mela, abbandonare iPhone e passare armi e bagagli ai prodotti concorrenti di Huawei. E molti sembrano concordare: “Non appena avrò i soldi per farlo, cambierò telefono e lascerò iPhone per passare a Huawei” dice uno. “Le funzioni del Huawei sono paragonabili a quelle dell’iPhone se non perfino migliori,” spiega un altro. “Abbiamo alternative tanto valide che mi domando perché usiamo ancora Apple.” Qualcuno ci fa pure la battuta sopra, riferendosi alla forma del logo di Huawei, che sembra una mela fatta a spicchi:
“Penso che il branding di Huawei sia geniale: fa la mela a pezzi, in 8 pezzi.”
È dallo scorso dicembre che il movimento Boycott Apple fa parlare di sé, ma è la prima volta che la questione diventa così importante, soprattutto alla luce degli ultimi risultati fiscali. Come noto, infatti, la ragione principale del declino nelle consegne di iPhone nel 2019 è costituita dal rallentamento delle vendite in Cina; e con questi prodromi, difficile credere che le cose per Cupertino miglioreranno tanto presto.