Un recente brevetto depositato da Apple rivela che le future generazioni di iPhone, iPad e Mac saranno molto più intelligenti, flessibili e sicure grazie al riconoscimento facciale dell’utente. Protocollato col numero 8,600,120 e intitolato “Personal computing device control using face detection and recognition” (Controllo di un dispositivo di computing personale attraverso il rilevamento e riconoscimento facciale), questo documento descrive una complessa tecnologia in grado non soltanto di riconoscere i volti (che poi è quel che fa iPhoto) ma anche di andare più in profondità, e di analizzarne tutte le caratteristiche fisiche, come struttura e forma del viso, tonalità della pelle e texture. Tutte queste informazioni vengono codificate in forma vettoriale e utilizzate ad esempio per verificare se un utente è autorizzato o meno all’accesso al dispositivo.
Un iPhone siffatto è in grado di percepire la presenza di qualcuno e di disabilitare lo schermo (lasciando attivi solo il segnale acustico e/o la vibrazione) se un utente non autorizzato risponde ad una telefonata; in caso contrario, potrebbe mostrare tutti i dati del chiamante. Oppure, potrebbe impedire la visualizzazione delle mail fintanto che, a impugnare l’iPhone, non ci sia il legittimo proprietario. E così via.
Nel caso di un Mac, il discorso è analogo; in base all’analisi del volto, il sistema può decidere autonomamente di disabilitare ad esempio lo screen saver, o di impostare certe caratteristiche audio, video o di comunicazione. Tra l’altro, e a differenza del Touch ID che ha bisogno di un addestramento specifico, questo sistema è indipendente e impara a riconoscere l’utente a mano a mano che questi utilizza il dispositivo o il computer.
In fondo non è neppure più una novità assoluta, visto che la nuova Xbox One e la PlayStation 4 usano il riconoscimento biometrico per il login dell’utente; senza contare che anche altri produttori di smartphone si sono cimentati nella cosa, pur se con risultati non proprio entusiasmanti. E se a questo aggiungiamo l’recente acquisizione di PrimeSense, all’improvviso il brevetto si ammanta d’un senso di realtà; e il pensiero corre inevitabilmente ad iPhone 6.