Non è un segreto che a Cupertino si lavori per creare un dispositivo iOS o un computer che risulti sensibile al tocco in ognuna delle sue componenti, compresa la scocca. Se ne parlava già nel 2010 per l’iPhone 4 -al tempo poco più che un rumor- e in una certa quantità di vecchi brevetti, come questo qui. In tutti i caso, però, si trattava tecnologie affini a quelle utilizzate sui display, e quindi relativamente costose.
L’idea alla base del brevetto numero 8.441.790, invece, tenta di ottenere il medesimo effetto ma con tecniche nettamente diverse, ovvero attraverso l’interpretazione del segnale acustico.
In sostanza, l’utente può picchiettare sulla scocca (singolo, doppio, triplo tap), produrre degli sfregamenti o raschiare determinati punti dopodiché il sistema eseguirà i comandi prestabiliti dopo aver analizzato la forma d’onda generata. Basta dedicare allo scopo un microprocessore ad hoc:
L’interpretazione può basarsi sul tipo di input, sulla natura dell’input, sulla posizione di contatto sulla scocca e sull’intensità dell’input, oltre che su un gran quantità di altri fattori. Per esempio, un graffio può essere interpretato in modo diverso da un tocco, e così via. Per di più, un tap sul case vicino ad una presa di output o input potrebbe attivare i dispositivi collegati, mentre un altro tap sulla superficie del case potrebbe essere interpretato come un comando della tastiera.
Ovviamente, si dà per scontata la pre-esistenza di una sorta di “vocabolario sonoro” e di determinate zone sensibili, così da poter distinguere i pattern di tocco dalle vibrazioni involontarie. Così come è scontato l’isolamento acustico dai componenti mobili del computer, tipo le ventole o gli hard disk. Ma d’altro canto le possibilità sono infinite.
In una incarnazione, si ipotizza l’implementazione d’una tastiera priva di tasti fisici basata su questa tecnologia; in un’altra, invece, il volume dell’iPhone si modifica sfiorando con le dita i lati della scocca, verso l’alto o verso il basso. Il documento, redatto nel 2009, porta in calce la firma di Aleksandar Pance, Nicholas Vincent King, Duncan Kerr w Brett Bilbrey.