Nascosta in una slavina di 23 brevetti depositati recentemente, ce n’era uno in particolare che sembra davvero simpatico, se non addirittura utile. In futuro, se Apple dovesse dovesse decidere di implementarne la tecnologia, l’attesa durante una chiamata ad un call center potrebbe essere ingannata giocando o lavorando, senza il rischio di perdere la priorità acquisita in coda.
L’idea è di creare un sistema intelligente per abilitare il cosiddetto “on-hold monitoring”, vale a dire il monitoraggio della chiamata in attesa. In buona sostanza, quando si compone il numero di un call center, uno zelantissimo iPhone ci proporrà automaticamente un menu ad hoc con su scritto qualcosa come “Questo Call Center ha un’attesa tipica di 15 minuti. Attivare la funzione on-hold monitoring?”, e la possibilità di scegliere se attivarla o meno. Facendo tap sul “sì”, l’iPhone ripulirebbe l’interfaccia grafica e i canali audio (occupati fino a qualche secondo fa dalla telefonata) lasciandoci liberi di eseguire tutti i compiti non telefonici che desideriamo, compreso l’ascolto musicale.
A quel punto, un processore di linguaggio è in grado di rilevare la presenza fisica dell’operatore, o dei messaggi che ne anticipano la presenza, grazie al riconoscimento di alcuni “indicatori” prestabiliti, come una frase di benvenuto, alcune parole chiave nonché le informazioni automatiche sul nostro stato nella coda (per esempio, “il tempo d’attesa massimo è di 2 minuti”, oppure “un operatore le risponderà a breve”, e così via). Un cortese messaggio, infine, ci avvisa dell’operatore in attesa di parlare con noi, ed invita a ritornare alla telefonata, magari con uno slide to return to the call.
Il brevetto in questione, numero 20100303227, risale al secondo trimestre del 2009 e porta in calce la firma di Kshitij Gupta.